A Vicenza un 13enne plusdotato è stato bocciato perché disturbava in classa: il TAR lo promuove e punta il dito contro la scuola per il mancato PDP
È una sentenza importante quella del TAR del Veneto relativa al caso di un 13enne plusdotato bocciato dalla scuola di Vicenza che frequenta per via del suo reiterato comportamento “disturbante” in classe, tale da costargli un sei in condotta che – per la normativa varata lo scorso anno dal ministro Valditara – comporta l’automatica ripetizione dell’anno: il TAR, infatti, ha ribaltato la bocciatura dando il via libera al passaggio all’anno successivo, precisando che la responsabilità del comportamento del ragazzo è da imputare alla scuola.
Partendo dal principio, è importante precisare che il 13enne plusdotato dalla sua possiede un doppio certificato medico redatto e firmato da dure differenti psicologi che certifica la sua condizione: si tratta, infatti, di un ragazzo con capacità cognitive superiori alla media dei suoi coetanei in grado di apprendere con maggiore facilità e rapidità gli argomenti trattati a lezione, talvolta – per non dire sempre – con tempistiche estremamente dilatate.
In virtù della sua condizione psichiatrica, la famiglia del ragazzino di Vicenza aveva chiesto più volte alla scuola di attivare il necessario PDP (ovvero il Piano Didattico Personalizzato) rientrando tra gli studenti che il MIUR ritiene abbiano Bisogni educativi speciali: richieste, tuttavia, sempre fermamente negate dalla scuola che riteneva fondamentale conoscere anche il quoziente intellettivo del 13enne plusdotato per procedere all’attivazione del piano.
13enne plusdotato bocciato a Vicenza: il TAR lo promuove e dà la colpa alla scuola che non l’ha tutelato
Nel corso dell’anno scolastico, il 13enne plusdotato si è reso più volte protagonista di comportamenti che i suoi docenti hanno ritenuto disturbanti, al punto che già lo scorso novembre – a un paio di mesi dall’inizio delle lezioni – avevano deciso di vietargli la partecipazione alla prima gita scolastica con i suoi compagnetti; mentre a fine anno ci è arrivato con soli voti positivi (il Corriere riferisce essere tutti compresi tra il 6 e l’8) e il 6 in condotta che ne ha causato la bocciatura.
Portato il caso davanti al TAR i genitori – dopo una battaglia durata un paio di mesi – si sono visti dare ragione e il 13enne plusdotato è stato ammesso alla classe successiva (ovvero la terza media): secondo i giudici, infatti, la colpa del comportamento del ragazzo sarebbe da ricercare nella sua problematica psichiatrica e nella mancata attivazione del PDP che non richiede – a differenza di quanto disse la scuola – alcuna certificazione sul QI.
Non solo, perché secondo il TAR, che costringere il 13enne plusdotato a ripetere l’anno a fronte di valutazioni che erano tutte positive, avrebbe rischiato di aggravare il suo comportamento disturbante: questo, infatti, per i giudici (e gli psicologi) è legato alla noia provata dal ragazzo durante le lente lezioni che si sarebbe – ovviamente – aggravata nel caso in cui fosse stato costretto a sentirle una seconda volta.