Un clamoroso studio effettuato sulle donne siriane che hanno vissuto gli orrori del 1982 e della recente guerra civile: “geni dell'uomo alterati dalla viole
La violenza è in grado di alterare il dna, di modificare i geni dell’uomo. Le violenze subite o vissute in prima persona hanno sempre lasciato dei segni indelebili sulle persone, così come ci raccontano i libri di psicologica e di psichiatria, ma fino ad oggi non era mai emerso una connessione diretta fra violenza e dna. Questo è quanto invece scoperto da un interessante studio pubblicato in questi giorni e realizzato da Connie Mulligan, professoressa di antropologia del Genetics Institute presso l’Università della Florida. Lo studio si basa sui tragici eventi accaduti in Siria nel 1982, quando il governo siriano prese d’assalto la città di Hama, ammazzando migliaia di persone con una violenza inaudita. Pochi mesi fa i ribelli siriani hanno fatto riemergere quelle violenze, riuscendo a ribaltare il governo della famiglia Assad, che all’epoca dei fatti aveva supervisionato l’operazione.
Nello studio emerge che i nipoti delle donne che nel 1982 erano incinte, in dolce attesa e che non hanno di fatto sperimentato tale violenza sulla propria pelle, ne portano comunque i segni nei loro genomi, trasmessi dalle loro madri. Si tratta della prima prova umana circa la trasmissione genetica di violenza e stress di generazione in generazione. Secondo la dottoressa Mulligan “L’idea che traumi e violenza possano avere ripercussioni sulle generazioni future dovrebbe aiutare le persone a essere più empatiche, aiutare i decisori politici a prestare maggiore attenzione al problema della violenza”. E ancora: “Potrebbe persino aiutare a spiegare alcuni dei cicli intergenerazionali apparentemente indistruttibili di abusi, povertà e traumi che vediamo in tutto il mondo, compresi gli Stati Uniti”.
VIOLENZA E STRESS MODIFICANO I GENI DELL’UOMO: COSA SUCCEDE AL DNA
I geni vengono “sintonizzati” attraversati la cosiddetta epigenetica: le nostre cellule, dopo essere state sottoposte a stress o eventi traumatici, aggiungono delle “piccole bandierine chimiche ai geni”, che possono calmare gli stessi o eventualmente modificarli, ed è proprio su questi cambiamenti che si è concentrato lo studio, sottolineando come gli stessi vengano utilizzati dall’uomo per adattarsi all’ambiente stressante che li circonda. Studi scientifici hanno dimostrato già in passato che tale alterazione genetica avviene negli animali, con la possibilità di trasmettere lo stress alle generazioni future, ma ora è emersa la stessa situazione nell’uomo.
Lo studio ha preso in considerazione tre generazioni di immigrati siriane, fra cui alcune famiglie che hanno vissuto il massacro di Hama prima di fuggire in Giordania, ma anche altre che non vi erano nel 1982 ma che hanno invece vissuto in prima persona la recente guerra civile in Siria. Sono stati poi raccolti dei campioni di nonne e madri incinte durante i due conflitti, così come quelli dei loro figli e lo stesso è stato fatto su un terzo gruppi di famiglie siriane che però era immigrato prima del 1980, evitando quindi le violenze, un cosiddetto “gruppo di controllo”.
VIOLENZA E STRESS MODIFICANO I GENI DELL’UOMO: COSA E’ EMERSO DALLO STUDIO
In totale sono stati raccolti campioni da 138 persone diverse appartenenti di 48 famiglie, dopo di che il dna è stato analizzato per cercare di individuare possibili tracce con l’esperienza violenza vissuta. E’ emerso che nei nipoti delle donne che hanno vissuto in prima persona il dramma di Hama, vi erano 14 aree del genoma modificate in risposta alle violenze subite, un chiaro segnale circa il fatto che i cambiamenti epigenetici causati dallo stress possono manifestarsi anche nelle generazioni future, così come appunto avviene per gli animali.
Anche coloro che erano nel grembo materno durante il periodo di violenza hanno registrato segni di invecchiamento genetico accelerato, un fatto che può essere solo associato “alla suscettibilità alle malattie legate all’età”, specifica lo studio. “Pensiamo che il nostro lavoro sia rilevante per molte forme di violenza, non solo per i rifugiati. Violenza domestica, violenza sessuale, violenza armata: tutti i diversi tipi di violenza che abbiamo negli Stati Uniti”, ha detto ancora Mulligan. “Dovremmo studiarle. Dovremmo prenderle più seriamente”.
