In Emilia-Romagna si sperimenta la terapia monoclonale contro il virus sinciziale: i ricoveri dei bambini sono stati ridotti del 65%

Mentre la stagione fredda sta per iniziare a fare il suo decorso, si torna a parlare del virus sinciziale, ben conosciuto da ormai diversi decenni, tendenzialmente “innocuo” e che diventa dannoso soprattutto nel caso in cui infetti i bambini piccoli: un virus per il quale, peraltro, non esiste ancora un vero e proprio vaccino data la sua rapida e semplice mutabilità, ma che recentemente ha ricevuto una terapia che parte da un anticorpo monoclonale che sembra star ottenendo effetti decisamente positivi.



Prima di arrivare alla nuova terapia e alla sua sperimentazione in Emilia-Romagna, vale la pena soffermarci un attimo sul virus sinciziale: a differenza di quello che potrebbe far pensare il nome, si tratta di un normalissimo virus influenzale che circola in larghissima maggioranza (ma non esclusivamente) durante le stagioni fredde e che ha la capacità di colpire indistintamente adulti, anziani e bambini.



Se nei primi due casi il virus sinciziale si rivela piuttosto innocuo, i problemi arrivano quando a essere infettato è un bambino, sprovvisto di tutti gli anticorpi che si sviluppano con il passare dell’età: i sintomi sono quelli influenzali classici (sia nei bambini, che negli adulti) e vanno dalla tosse fino alle polmoniti, passando per il senso si spossatezza, per il dolore osseo e articolatorio e per la febbre lieve.

Come si combatte il virus sinciziale: in Emilia-Romagna l’anticorpo monoclonale è un successo nel ridurre i ricoveri

Tendenzialmente, negli adulti il virus sinciziale tende a passare nell’arco di pochi giorni e al più potrebbe richiedere (ovviamente solo su indicazione medica) l’uso di antibiotici, ma nei bambini potrebbe facilmente e rapidamente degenerare in bronchioliti: in questo caso, il piccolo paziente deve essere necessariamente ricoverato in ospedale e sottoposto alla terapia dell’ossigeno e – nei casi più gravi – all’alimentazione tramite sondino.



Neonato (Foto: Pixabay)

Proprio guardando ai bambini possiamo tornare alla nuova terapia che si sta rapidamente diffondendo all’estero (soprattutto in Spagna) e che da tempo è al centro di un sperimentazione in Emilia-Romagna: alla base c’è l’uso di un anticorpo monoclonale in grado di replicare efficacemente il comportamento degli anticorpi classici, combattendo e debellando il virus sinciziale prima che degeneri nelle sue forme più gravi.

Il vantaggio è che l’anticorpo monoclonale contro il virus sinciziale può essere – a differenza dei farmaci precedentemente impiegati – iniettato una sola volta all’inizio della stagione influenzale: gli effetti – assicurano da Modena, che sta impiegando la nuova terapia – sono tutt’altro che trascurabili visto che grazie a una copertura complessiva del 78% tra i nuovi nati, i ricoveri dei bambini affetti da virus sinciziale sono stati abbattuti del 65%, che diventa addirittura il 77,2% se si guarda alle terapie intensive.