Il fotovoltaico continua a espandersi in Europa e può avere un ruolo sempre più importante con i sistemi di accumulo
È trascorso un mese fa dal terribile blackout che – intorno alle 12:30 del 28 aprile – aveva colpito la penisola iberica lasciando oltre 50 milioni di persone senza elettricità.
Finora il gestore della rete elettrica spagnola e i rappresentanti del Governo hanno dichiarato ripetutamente che non è ancora possibile stabilire con certezza le cause del blackout (la cui responsabilità è stata frettolosamente attribuita da alcuni commentatori all’eccesso di produzione da fonte solare). Ma questo non impedisce di trarre qualche considerazione su quali siano i cambiamenti, i vantaggi e le criticità che la transizione energetica sta già portando nel sistema elettrico.
1 – In Spagna il fotovoltaico è diventato nel 2024 la voce più importante del mix elettrico, superando gas e nucleare. Ma quasi ovunque il fotovoltaico sta vivendo una stagione di forte espansione. Nel primo trimestre del 2025, in Europa, la produzione da fonte solare ha raggiunto i 68 TWh, con un incremento del 32% rispetto all’anno precedente. È un’accelerazione che conferma la centralità della fonte solare nella transizione energetica.
Così, se fino a poco tempo fa era facile imbattersi in affermazioni che ridimensionavano il ruolo del fotovoltaico come marginale e incapace di incidere realmente sull’offerta di energia elettrica, ora le stesse voci lanciano l’allarme opposto: il solare produce troppo (proprio così, sono i guai degli approcci ideologici…).
2 – Questa abbondanza di energia elettrica sta generando nuovi scenari e nuove sfide. Una su tutte: l’eccesso di offerta rispetto alla domanda nelle ore centrali della giornata, che in diversi Paesi europei ha già prodotto fenomeni di prezzi negativi dell’energia.
Germania, Spagna, Olanda e altri mercati hanno vissuto nel 2024 momenti in cui il prezzo dell’elettricità è sceso sotto lo zero, con i produttori costretti a “pagare” per cedere la propria energia. E lo scorso 1° maggio, anche in Italia il mercato elettrico ha registrato per la prima volta nella storia prezzi pari o vicini allo zero per otto ore consecutive (dalle 10:00 alle 17:00) su tutte le zone del Paese.
3 – Poniamoci senza pregiudizi una domanda: in un mondo che ha sempre più sete di energia (+4,3% nel 2024) e in un Paese come il nostro dove le bollette rappresentano un’emergenza continua, la disponibilità di grandi quantitativi di energia elettrica a basso costo – anche se solo in alcune ore – è una minaccia o un’opportunità?
Credo che una risposta intellettualmente onesta non lasci spazio a dubbi: siamo di fronte a un problema che va gestito, ma che nasconde un’opportunità straordinaria.
4 – Il sistema elettrico europeo è pronto a gestire efficacemente la nuova abbondanza generata dalle rinnovabili?
Non ancora. Siamo nel mezzo del percorso di cambiamento e occorre portare a compimento alcuni processi che si sono comunque già messi in moto. Uno degli elementi principali riguarda l’integrazione con i sistemi di accumulo. I cosiddetti BESS (Battery Energy Storage System) sono infatti la chiave per rendere il fotovoltaico davvero flessibile: immagazzinano energia quando è abbondante e la rilasciano quando serve.
Oggi lo storage assume un doppio valore: è un alleato dell’autoconsumo, perché consente a famiglie e imprese di sfruttare al massimo l’energia autoprodotta, ed è un baluardo per la stabilità della rete – soprattutto nel caso dei grandi impianti fotovoltaici a terra (utility scale).
La crescita del fotovoltaico è quindi una buona notizia: ma per dispiegare pienamente i suoi benefici – soprattutto economici – deve essere accompagnata da un ecosistema tecnologico in grado di valorizzarla al meglio. E lo storage è il primo tassello di questo ecosistema, a cui seguono quelle innovazioni tecnologiche e commerciali che possono garantire maggiore stabilità del sistema elettrico.
Qualche esempio? Terna prevede investimenti per 17,7 miliardi di euro nei prossimi anni per sviluppare l’infrastruttura di rete, anche tramite la realizzazione di sistemi di accumulo (che tra l’altro stanno diventando sempre più competitivi grazie alla costante riduzione dei costi).
Anche gli operatori privati si stanno muovendo nella stessa direzione: SolarPower Europe prevede per il 2025 una forte accelerazione dei nuovi sistemi di storage abbinati a grandi impianti fotovoltaici utility scale. E in Italia, nei primi tre mesi dell’anno, le PMI hanno installato quasi 1.000 sistemi di storage per una capacità di 43 MWh.
E anche l’offerta commerciale si evolve: Octopus Energy ha appena lanciato una promozione che consente di pagare meno l’energia per ricaricare l’auto elettrica nei momenti di maggiore disponibilità. Il risultato? Risparmio per l’utente e beneficio per la rete, che viene alleggerita nei momenti di maggior carico. Questo è evidentemente un piccolo contributo, ma che potrebbe generare un impatto significativo quando esempi di questo tipo verranno adottati da tutte le utilities.
E insomma, si può proprio fare a meno di quel ritorno agli investimenti sul gas auspicato da qualche commentatore che purtroppo dimentica i salassi per le tasche di famiglie e imprese che negli ultimi anni sono arrivati da una eccessiva dipendenza dalle forniture di gas.
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