URSULA VON DER LEYEN E LE APERTURE AL DEBITO COMUNE: “BENE COLLEGARE FONDI ALLE RIFORME ECONOMICHE”
Un nuovo debito comune per l’Europa così da superare le tanti crisi legate all’inflazione e la mancanza di crescita è qualcosa non solo di possibile ma di auspicabile secondo la Presidente uscente, e ricandidata al mandato bis, Ursula Von der Leyen. La “Spitzenkandidat” del Partito Popolare Europeo interviene a tre settimane dalle Elezioni Europee 2024 con una lunga intervista al “Financial Times” legando la possibilità di un “nuovo” Next Generation EU non più però legato a obbiettivi filo-green o aspetti concernenti la sfera dei diritti, ma primariamente sul tavolo vengono fissate le condizioni per delle convincenti riforme economiche.
«Avere una combinazione di riforme e investimenti ha portato alla crescita»: Von der Leyen cita i buoni esempi di Italia, Grecia e Portogallo che secondo la Commissione Ue hanno svolto un ottimo lavoro e un sviluppo «di successo» proprio legando i fondi europei con reali riforme economiche e sociali. Il programma del Recovery Fund – che tra l’altro giusto ieri il Commissario agli Affari Economici Gentiloni ha spiegato essere stato ottenuto con l’uso di un algoritmo e senza la “versione” di Conte sulla “trattativa per ottenere i 209 miliardi per l’Italia – ha visto il positivo vantaggio dell’approccio di legare fondi e riforme: «Quindi dovremmo imparare la lezione», spiega ancora la Presidente uscente di Bruxelles in vista di un possibile nuovo strumento di debito comune da finanziare nella prossima legislatura.
PIÙ ECONOMIA, MENO GREEN: PROSEGUE LA CAMPAGNA ELETTORALE DI VON DER LEYEN “BIS”
Von der Leyen sempre al FT si dice aperta ai nuovi strumenti di debito comune, visto che l’impatto dell’investimento europeo finora «è stato forte»: rimarrà comunque una «pura decisione sovrana degli Stati membri». La Presidente della Commissione Ue sottolinea poi come il suo stesso partito PPE è aperto – e lo ha inserito nel programma delle Europee – ad un bilancio dell’Ue «che stimoli la competitività», anche se occorre «un’analisi molto chiara su quali sono le priorità di spesa e delle priorità che abbiamo a livello europeo». Serve però rivedere anche l’efficacia dei programmi messi in campo, per evitare sovrapposizioni e rilascio del budget spesso troppo lento e burocratico.
«Se hai più chiarezza, più semplicità», chiarisce Von der Leyen sugli strumenti per un bilancio comune efficace, «avrai più velocità e quindi più impatto». In termini più semplici possibile, la leader popolare sottolinea come la moneta unica europea oggi ha un impatto di molto più grande «rispetto allo stesso euro speso tra tre anni perché siamo così lenti in tutti i nostri processi». Debito comune, fondi in stile Recovery, aperture a riforme economiche e sveltezze burocratiche, e molto meno insistere sui temi ecologici (e divisivi) che hanno contraddistinto la prima parte del suo mandato alla guida della Commissione Europea: è insomma una Ursula Von der Leyen più votata a trovare una sintesi tra mondo centrista-popolare con quello del Centrodestra Ue, specie sul canale Conservatori di Giorgia Meloni e partiti in ID che si dicono disposti a collaborare per una nuova Europa più veloce e di crescita (vedasi Marine Le Pen e la stessa Lega di Salvini). Basterà questo alla leader tedesca per riuscire ad essere riconfermata dal Consiglio Ue dopo i risultati delle Europee?