Prosegue il dibattito sul salario minimo, Walter Rizzetto non usa troppi giri di parole: sì all’aumento degli stipendi ma senza propaganda. Intervistato dal Giornale, il presidente della Commissione Lavoro ha sottolineato la necessità di proposte concrete, a partire dal taglio del cuneo fiscale o dalla revisione della contrattualistica collettiva.
L’opposizione risponde solo con la propaganda, l’accusa di Rizzetto, che ha sottolineato di voler rinviare il dibattito a settembre, considerando che la proposta della sinistra prende vita da novembre 2024: “C’era spazio pure per un breve ciclo di audizioni. Ma continuano a dire di no a tutto. Noi siamo a disposizione per approfondire un tema molto ampio, e stiamo ragionando sul da farsi. Non si chiamerà salario minimo, magari si chiamerà welfare aziendale o lavoro di cura domestica, ma noi siamo pronti a migliorare le condizioni lavorative degli italiani. Anzi, gli stipendi aumenteranno ma noi non facciamo campagna elettorale”.
L’analisi di Walter Rizzetto
Rizzetto ha sottolineato che da sei mesi sono sul tavolo proposte e cose concrete, a partire dall’abbassamento del cuneo fiscale che comporta qualcosa in più del salario minimo nelle tasche degli italiani. L’esponente meloniano si è poi soffermato sul possibile nuovo pacchetto del ministro Calderone: “Noi ci confrontiamo continuamente col ministro Calderone. In pratica, ci parliamo tutti i giorni. Il disegno di legge collegato al decreto lavoro che arriverà alla Camera dei pochi giorni. Ma l’opposizione non lo considera uno strumento valido per fare qualcosa di più. La sinistra, nella sua proposta, rimanda il salario minimo a novembre 2024. Con il decreto legislativo, delle cose potremmo farle ben prima..”. Senza dimenticare che la proposta della sinistra non prevede coperture: “Sì, lo dice l’art.81 della Costituzione, che ti chiede di coprire le proposte. Noi prendiamo seriamente questo tema ma non sotto il profilo ideologico. Potremmo partire dalla contrattazione per coinvolgere tutti i lavoratori non coperti. Crediamo nella contrattazione, al contrario di qualcuno”.