Omicidio Yara Gambisario, legale di Massimo Bossetti contro Il Caso di Stefani Nazzi: "Emerite fregnacce". E attacca anche Francesca Fagnani per Belve...

YARA GAMBIRASIO, LEGALE DI BOSSETTI ALL’ATTACCO DI STEFANO NAZZI

Per il legale di Massimo Bossetti, la prima puntata de Il Caso di Stefano Nazzi, trasmessa sulla Rai e riguardante l’omicidio di Yara Gambirasio, ha riportato delle falsità sul caso. L’avvocato Claudio Salvagni ne ha parlato in un’intervista ai microfoni di Andrea Lombardi su YouTube, partendo però dal motivo per cui la vicenda continua a tenere banco, anche se c’è una sentenza di condanna definitiva.



«Questo caso ha fatto parlare molto all’epoca e credo che faccia parlare molto perché ci sono delle zone d’ombra importanti, domande a cui non è stata data risposta; quindi, la gente si interroga sulla colpevolezza», ha spiegato il legale, secondo cui pesa anche il fatto che ci siano casi che vengono riaperti, come il delitto di Garlasco.



Oltre a tornare sulla vicenda dei reperti che non hanno potuto analizzare e che poi sono stati distrutti, puntando nuovamente il dito contro la pm di Bergamo Letizia Ruggeri, Salvagni è andato all’attacco di Nazzi, perché ritiene di aver sentito delle «emerite fregnacce» e di aver raggiunto il limite della sopportazione.

Massimo Bossetti, condannato per omicidio Yara Gambirasio (Foto 2018 ANSA/Gianpaolo Magni)

Secondo il legale, Nazzi «alla fine ha ripetuto come un disco rotto quella che è la versione accusatoria, senza porsi il dubbio, quindi senza andare a cercare di capire tutte quelle zone d’ombra che sono rimaste addirittura aperte». Per l’avvocato dell’ex muratore di Mapello, nell’episodio è stata riproposta la tesi accusatoria come se non avesse margini di incertezza.



LE CRITICHE ANCHE A FRANCESCA FAGNANI

L’avvocato Claudio Salvagni contesta anche il fatto che non sia stata definita la dinamica dell’omicidio e che il suo cliente «non si è potuto difendere, e questo non è degno di un Paese civile». Tornando al modo in cui viene trattato l’omicidio di Yara Gambirasio, il legale, ad Andrea Lombardi, ha rivelato di aver scritto a Francesca Fagnani e di averla sentita telefonicamente, convinto che si sia persa l’occasione di fare un giornalismo d’inchiesta o un approfondimento.

«Quello che ha fatto la Fagnani è un interrogatorio, è la fotocopia dell’interrogatorio che fece a suo tempo la dottoressa Ruggeri». Peraltro, il legale ha pure aggiunto di aver messo in guardia il suo cliente, che ritiene non si sia contraddetto, ma anzi abbia fornito la stessa versione di undici anni fa, quando venne arrestato.

Nell’intervista, però, Salvagni è tornato sulla “malafede” degli inquirenti, perché è convinto che abbiano avuto paura a rifare il test su cui ruotava il processo e per aver distrutto i reperti, citando un consulente dell’accusa che avrebbe dichiarato che la perizia sul DNA non era stata mai concessa alla difesa «perché si aveva paura del risultato, perché non c’era la certezza che il nuovo test avrebbe restituito lo stesso esito».

IL CASO DEL VIDEO DEL FURGONE

Quello che dovrebbero fare i giornalisti d’inchiesta, per l’avvocato di Bossetti, è evidenziare le zone d’ombra e le contraddizioni, non seguire pedissequamente ciò che è stato detto e fatto. Ma non è quello che ha fatto Stefano Nazzi, anche per quanto riguarda il famoso video del furgone, che negli atti viene svalutato perché non era possibile attribuirlo effettivamente, visto che non si vedeva la targa.

«Sembrava che Bossetti girasse intorno alla palestra per creare nello spettatore l’immagine del predatore sessuale. Questa comunicazione è servita a creare il mostro. Processualmente è vero che non è entrato, ma era importante che la gente avesse un’idea di Massimo Bossetti mostro e che quindi corroborasse quella sentenza di condanna», è la tesi polemica di Claudio Salvagni, il quale ha criticato il fatto che non sia stata concessa una perizia per ragioni di ordine pubblico, «perché chiudere una strada sarebbe stato pericolosissimo in quel momento», una spiegazione incredibile, secondo lui.

Comunque, per il legale il problema è che Nazzi abbia creato la convinzione che ci sia stata l’attribuzione. Salvagni ha anche contestato la ricostruzione di Nazzi sulle fibre colorate ritrovate sul cadavere di Yara Gambirasio, perché avrebbe asserito che corrispondono a quelle presenti nel furgone di Bossetti.

“NAZZI? NESSUNO CI HA CHIAMATI…”

L’avvocato Claudio Salvagni ha poi contestato a Stefano Nazzi di non aver coinvolto la difesa. «Avrebbe dovuto fare un approfondimento e non essere soltanto un megafono di quello che già è stato scritto. Non ha sentito nessun consulente della difesa, abbiamo sentito solo consulenti dell’accusa. Nessuno ci ha interpellato e l’unica professionista che non era né dell’accusa né della difesa era la criminologa».

Ma anche su questo, per il legale di Bossetti, si sarebbe creata un po’ di confusione, «perché tracciare il profilo criminale del soggetto che si ritiene responsabile di un delitto serve nella fase delle indagini, ma a livello processuale questo non ha rilievo, perché il tribunale non può ammettere una perizia sul profilo criminale». Infatti, l’unico aspetto che può essere indagato, ha evidenziato Salvagni, è la capacità di intendere e di volere, «che è tutta un’altra cosa e non c’entra assolutamente nulla con il profilo criminale».