Zelensky è tornato a parlare dell'incontro tra Trump e Putin: il presidente ucraino nega di essere disposto a cedere territori in Donbass

In seguito alla formalizzazione dell’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin, sul tema è intervenuto – quasi ovviamente – anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che è pronto a veder mediare un possibile (ma altrettanto improbabile) accordo di pace sul territorio sul quale governa in sua assenza: un punto che aveva già aspramente criticato nei giorni scorsi, ricordando che Kiev non scenderà a patti nei quali non è stata direttamente interpellata.



Prima di arrivare al parere di Zelensky, è utile ricordare che la Casa Bianca e il Cremlino hanno fatto sapere ieri che l’incontri tra i leader dei due paesi si terrà il prossimo 15 agosto nella città di Anchorage – territorio formalmente statunitense, situato in Alaska – con Trump che intende capire (secondo quanto spiegato dalla sua portavoce Karoline Leavitt) se le intenzioni di Putin sulla pace in Ucraina sia effettivamente veritiere.



Vladimir Putin e Donald Trump, il vertice in Giappone nel 2019 (ANSA-EPA)

Certo è – dato che l’ha spiegato lo stesso Trump – che entrambe le parti nel conflitto saranno costrette a fare delle concessioni territoriali per arrivare a un accordo con Putin che dovrà cedere parte dei territori ucraini occupati e Zelensky che sarà costretto a vedersi (probabilmente in modo piuttosto ampio) ridurre i suoi confini; ma per sapere cosa effettivamente decideranno i due leader dovremo necessariamente attendere fino a Ferragosto.

Volodymyr Zelensky: “Non cederemo alcun territorio in Donbass, la Russia lo sfrutterebbe per attaccarci nuovamente”

Come dicevamo in apertura, dopo aver criticato il mancato invito all’incontro in Alaska, Zelensky – proprio oggi, martedì 12 agosto 2025 – è tornato a parlarne nel corso di una conferenza stampa a Kiev, mettendo in chiaro con i giornalisti presenti che, indipendentemente dagli accordi mediati tra Trump e Putin, “non ci ritireremo dal Donbass“: secondo il presidente ucraino, infatti, il rischio è quello di fornire alla Russia un nuovo punto dal quale potrà “preparare un’offensiva” futura con la quale colpire nuovamente Kiev.



Non solo, perché Zelensky ha anche definito l’incontro tra il russo e lo statunitense una “vittoria personale” per l’invasore che è impegnato a respingere ormai da più di tre anni dato che – da un lato – gli permette di “uscire dall’isolamento” internazionale visitando per la prima volta dall’attacco del 2022 un territorio formalmente statunitense e – dall’altro lato – può mediare e ritardare l’entrata in vigore delle sanzioni minacciate da Trump.