Sono giorni di tensione politica per il Segretario dem Nicola Zingaretti: da un lato i sondaggi che non sorridono ai candidati del Pd in quasi tutte le Regioni al voto, dall’altro le discussioni sul Referendum parlamentari; infine la possibilità (evidenziate da diversi retroscena) che alcune anime interne al partito (gli ex renziani, Gori, Marcucci, Delrio, Orfini e Ascani) possano sostenere la candidatura di Stefano Bonaccini come nuovo Segretario se dovesse arrivare un pessimo risultato il 20-21 settembre. Zingaretti però non ci sta e pure senza citare nomi o cognomi illustri, con una lettera a Repubblica oggi 1 settembre denuncia il tentato “attacco al Pd” e allo stesso Governo: «Se si vuole indebolire il Pd e il Governo si chieda apertamente la fine di questa esperienza. Si dica che si preferiscono le elezioni politiche con questa legge elettorale o un ritorno a ipotesi di un Governo di tutti che inevitabilmente umilierebbero ancora una volta la politica». Non sono piaciute le diverse voci emerse nelle ultime settimane di avversione alla scelta del Pd di votare Sì al prossimo Referendum sul taglio dei parlamentari (non da ultimo Romano Prodi): «accanto a esigenze vere e sincere vedo anche il crescere, soprattutto fuori di noi, di uno spirito polemico contro il Pd e contro la scelta del Sì».
ZINGARETTI “IL GOVERNO DÀ FASTIDIO A MOLTI”
Ed è così che il Governatore del Lazio non ci sta alla rissa interna ed esterna sulle scelte elettorali, tanto da scrivere nella lettera «Pd dà fastidio a molti e c’è un’insofferenza verso il Governo, la maggioranza e il lavoro svolto». In questo modo, sempre secondo Zingaretti, il No alla legge grillina «diventa, a prescindere dal merito, la clava per colpire il Pd, la maggioranza e il Governo stesso». È molto duro, seppur senza citare i riferimenti diretti del suo attacco (Renzi? Calenda? Più Europa? La minoranza dello stesso Pd?) quando poi afferma «non è più possibile sopportare l’ipocrisia di chi agisce per destabilizzare il quadro politico attuale, mentre c’è chi si carica spesso da solo la responsabilità della tenuta unitaria, l’immenso lavoro di lotta quotidiana, di fronteggiamento delle drammatiche condizioni date, di far avanzare avanti, nei processi reali, le nostre idee e i nostri valori per un’Italia diversa». Infine, l’appello-ultimatum di Zingaretti: «chi, con le sue ragioni, reputa conclusa la fase di collaborazione con il Movimento 5 stelle e Italia viva, non crei confusioni, indichi un’altra strada, chiara e praticabile». Per il Segretario dem lo spazio per il Governo giallorosso anche dopo il voto delle Regioni-Referendum c’è, ma il nervosismo di questi giorni mostra diversi segnali di indebolimento della stessa alleanza: «è difficile da affrontare sono, invece, le furbizie e i bizantinismi; oppure le ipocrisie di chi sostiene che perdendo le Regionali e vincendo il No al referendum, si potrebbe continuare tutto come prima, senza riflessi sulla tenuta del Governo e sulla vita della legislatura». A sostegno del suo stesso Segretario scende in campo il Ministro Francesco Boccia: oggi ad Agorà Estate il titolare degli Affari Regionali sottolinea «Sposo appieno le parole di Zingaretti che oggi dice una cosa molto chiara: chi non crede a questa alleanza lo dica».