PAPA/ Udienza del mercoledì, Magister: la preghiera cristiana non è mai individuale

- int. Sandro Magister

Nell'udienza del mercoledì di ieri 14 marzo il Pontefice ha dato il via a un percorso specifico che riprende il significato della preghiera. Il commento di SANDRO MAGISTER

papa_R400 Il Papa Benedetto XVI

Nell’udienza del mercoledì di ieri 14 marzo il Pontefice ha dato il via a un percorso specifico. Si tratta di una serie di catechesi che vogliono approfondire la preghiera così come viene illustrata negli Atti degli Apostoli e nelle Lettere di San Paolo. Parlando oggi davanti a circa 10mila fedeli radunati in Piazza San Pietro Benedetto XVI ha indicato Maria come modello della vera preghiera cristiana, sottolineando come sia necessario imparare a essere “comunità che prega”. Non solo: bisogna anche aprire “la dimensione della preghiera, rivolgersi a Dio non solo nel bisogno e non solo per se stessi”.
All’inizio dell’udienza il Papa ha suonato personalmente la Campana del Congresso Eucaristico Internazionale che si terrà a giugno in Irlanda. La campana è stata consegnata dall’arcivescovo di Dublino monsignor Diamuld Martin, campana che ricorda quella che San Patrizio, patrono d’Irlanda, portava con sé per chiamare i fedeli all’eucarestia. IlSussidiario.net ha chiesto a Sandro Magister, vaticanista di Repubblica ed Espresso, un commento sulla udienza di questo mercoledì.
Secondo Magister “questa udienza va letta in sequenza a tutta una serie precedente e in anticipazione a una serie successiva dedicate alla preghiera. Benedetto XVI di mercoledì in mercoledì sta dettando una sorta di viaggio nella preghiera cristiana”. Nello specifico, dice Magister, “una preghiera insegnata attraverso le forme che essa assume nell’Antico e nel Nuovo testamento”. Oggi il Papa ha dedicato l’udienza, continua Magister, alla preghiera di Maria nel Cenacolo prima della Pentecoste: “Ha voluto sottolineare l’aspetto della preghiera come preghiera comunitaria e di Chiesa Questo è il punto che il Papa ha voluto mettere in luce”.
Lo ha fatto, aggiunge Magister, “cercando di mostrare come la figura di Maria tra gli apostoli ha un significato molto forte che poi è quello che viene rappresentato in modo molto efficace dal punto di vista iconografico in tante chiese quando accanto all’area dell’altare si riproduce l’immagine della Annunciazione”. Spiega Magister che soprattutto nelle chiese del Medio evo e del Rinascimento vediamo sempre da un lato dell’altare l’Angelo annunziante e dall’altro lato dell’altare la Madonna che accoglie l’annuncio.

“Il verbo si fa carne esattamente grazie al sì detto da Maria e si fa carne sull’altare. La preghiera cristiana che ha come suo modello Maria- il Papa lo ha spiegato in modo molto efficace – è esattamente una preghiera che non può isolarsi in una specie di pace interiore ripiegati su se stessi. La preghiera cristiana non è mai individuale, ma avviene all’interno dell’avvenimento, dell’evento della salvezza che la Chiesa rende presente all’interno del Sacramento. Questo è il senso della catechesi che il Papa ci sta facendo fare”. E in questo senso va inserito anche il richiamo, con cui Benedetto XVI ha concluso la sua udienza, a una preghiera che non sia rivolta solo a se stessi e ed esclusivamente nel bisogno, ma che sia piuttosto una preghiera fatta “in modo unanime, perseverante, fedele, con un cuore solo e un’anima sola”.





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