ISIS NEWS / Bangladesh, dopo Medina e Dacca: italiano superstite, “ecco come mi sono salvato” (ultime notizie oggi, 5 luglio 2016)

- La Redazione

Bangladesh, Isis news di martedì 5 luglio 2016. Parla il fratello di Simona: "possibile il perdono?". Altre due esplosioni durante quella a Medina di ieri: attacco simultaneo?

istanbul_attentati_isis_kamikaze Attentato Istanbul (Foto: LaPresse)

Parla l’italiano sopravvissuto in Bangladesh all’attentato Isis nella capitale Dacca: e lo fa all’Ansa, dopo lo shock per essere sfuggito al terribile attacco terroristico che ha ucciso e trucidato 20 persone, di cui 9 italiani. Si chiama Gennaro Cotugno, pugliese, imprenditore di Bitonto che quella sera avrebbe dovuto trovarsi nel ristorante del terrore: «quella sera anche io avrei dovuto essere nel ristorante dove è avvenuta la mattanza: l’Holey Artisan Bakery, a Dacca, è frequentato molto dagli italiani perché fanno pane fresco ed è uno dei pochi posti dove si mangia in maniera decente. Io e un altro italiano siamo salvi perché stavamo poco bene e abbiamo preferito rimanere a casa». L’incredibile storia di un miracolo in sostanza, con l’uomo sfuggito ai miliziani dell’Isis che hanno sconvolto la capitale del Bangladesh. Ora il ritorno immediato in patria e l’amaro in bocca per lasciare un popolo e una città in cui «probabilmente non tornerò mai più. Li aiutiamo e li sovvenzionato dal 1970 e questo è il ringraziamento che abbiamo». Parole dure per l’imprenditore inizialmente dato per scomparso e invece poi semplicemente e miracolosamente rimasto a casa quella sera: «Non sono mai stato razzista ma dopo questo episodio credo che lo diventerà, la mia famiglia era preoccupata per me e per fortuna li ho rassicurati che stavo bene».

Dopo gli attentati di Dacca e Medina, un colpo viene mandato contro l’Isis nei suoi territori d’origine: in Siria, viene data notizia di un commando di jihadisti Daesh uccisi da 4 raid aerei della Coalizione a guida Usa assieme all’artiglieria turca. La voce arriva da Ankara e afferma l’uccisione di 14 terroristi Isis nel nord della Siria: in totale sono stati colpiti 68 obiettivi del Califfato, tra cui anche alcune postazione armate da cui si preparavano il lancio, dice l’Ansa, di ricci verso il territorio turco. In seguito non è solo l’Isis ma anche il PKK dei curdi che è stato attaccato questa volta solo dalla forze armate della Turchia, con almeno 8 postazioni distrutte dei ribelli curdi. I movimenti sono moltissimi tra la Siria e l’Iraq in questo particolare momento storico dove lo Stato Islamico arretra rispetto a due anni fa e dove purtroppo però non si placa la furia degli attentati mirati e sparsi lungo l’intero territorio mondiale. Il caso del Bangladesh è purtroppo a testimonianza di questo.

Hanno trovato la morte quattro componenti delle forze di sicurezza saudite nella giornata di ieri, a causa di un attentato suicida avvenuto a Medina, nelle vicinanze della Moschea di Al Haram Al-Nabawi. Il corrispondente del al Arabiya News Channel ha riferisceo che l’attentato dei kamikaze è avvenuto in un parcheggio che normalmente viene visitato da milioni di persone ogni anno. Il momento scelto per l’attacco suicida è stato quello della preghiera del Maghreb, ovvero l’orario in cui i musulmani interrompono il digiuno previsto dal Ramadan. Il bilancio riportato da Al Jazeera riguarda anche cinque feriti, colpiti a loro volta mentre stavano raggiungendo la Moschea. I presenti sono rimasti piuttosto impassibili dall’esplosione, credendo piuttosto che si trattasse del tradizionale colpo di cannone con cui si sancisce la fine del digiuno. “Le vibrazioni erano molto forti”, ha diffuso l’angezia di stampa AP, “sembrava che un edificio fosse imploso”. Medina tuttavia non è stato l’unico bersaglio dell’Isis, seguito nello stesso momento anche da altre due esplosioni, diretti verso una Moschea nella parte orientale della città. In questo caso, secondo i testimoni, il terrorista kamikaze si è fatto saltare in aria all’esterno della Moschea, non provocando quindi alcun danno. 

“Se il sangue di mia sorella possa essere servito a Dio per portare la pace nel mondo, potrò dire, nonostante il comprensibile dolore umano, di essere orgoglioso della morte di mia sorella?”. Queste le importanti parole di don Luca Monti, fratello di Simona, una delle vittime che sono rimaste uccise dall’attentato terrorista di Dacca. Secondo il religioso, come detto in un’intervista al Tg2000, l’invito va sempre in direzione del perdono e della misericordia nei confronti di “una religione essenzialmente intrisa di violenza e odio”. Ipotizza inoltre don Luca che la sorella Simona possa essere considerata martire, dato che la motivazione che ha provocato la sua morte, così come quella degli altri presenti a Dacca, è che non conoscesse il Corano. Si interroga poi il religioso, sulla vera entità dell’Isis e su alcune parole dette da Papa Francesco nei giorni scorsi, ovvero che la corruzione non conosce perdono. Se l’Isis fosse figlia di quell’animo ormai intriso di odio, rivela, sarebbe quindi impossibile pensare al perdono, valore che porta alto il vessillo della riconciliazione e che prevede anche l’accettazione della tragedia. 





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