ISIS NEWS / Nuovo video di propaganda: “Realizzeremo la nostra preghiera a Roma” (oggi, 2 settembre 2016)

- La Redazione

Isis news di oggi, 2 settembre 2016, le ultime notizie sul Califfato e il rischio attentati: minaccia contro le Chiese d'Inghilterra, stando al rapporto dei servizi segreti 

rouen_francia_saint_etienne_chiesa Attentato Rouen, Francia (Foto: LaPresse)

E’ stato pubblicato online qualche giorno fa un nuovo video di propaganda dell’Isis. Nel filmato, come riferisce Tgcom24, si vede un kamikaze che prima di suicidarsi in Libia, si rivolge ai combattenti dello Stato Islamico in Iraq e Siria e augura loro la “vittoria” e di “pregare a Roma”: “C’è la crisi, ma dopo la crisi realizzerete la vostra preghiera a Roma come ha promesso il profeta. Non preoccupatevi dell’unità dei crociati e dei tiranni arabi contro di voi, Dio ci darà la vittoria”. Il nuovo video di propaganda dell’Isis si intitola “o dio voglio vederti soddisfatto” e mostra alcune immagini di attacchi suicidi in Libia con riferimenti anche al generale libico Khalifa Haftar, capo delle forze armate legate a Tobruk. Il kamikaze che parla nel nuovo video, secondo quanto scrive il portale di informazione Alwasat, sarebbe morto nella sua azione suicida contro un centro delle forze armate libiche a Kawarsha a Bengasi lo scorso 30 luglio.

Le novità sul campo della jihad portano ancora l’Isis con inquietanti novità: oggi sono stati ritrovati e mandati dalle milizie dell’esercito in Libia i documenti che dimostrano come a Sirte, roccaforte dell’Isis in terra libica, la legge imposta dalle truppe del Califfato. Sulla pagina Facebook delle milizie anti-Isis sono state pubblicate le carte dell’orrore: trenta carte che attestano divorzi, annullamenti dei contratti di matrimonio e eredità imposte. La libertà a Sirte purtroppo non esiste più, o quantomeno lo spiraglio nel Califfato è davvero impossibile: una delle carte ad esempio, scrive l’Ansa Med, certifica il divorzio tra una donna nigeriana per apostasia, mente in un altro si vede la seriazione tra due coniugi dopo che l’uomo si era del tutto rifiutato di entrare a far parte dell’Isis. Leggi e codici che fanno capire come in quelle terre, come del resto anche a Raqqa in Medio Oriente, l’imposizione terrorista del Califfato sia tutt’altro che debole ma si radica fin nei dettagli della società civile.

Le ultime notizie che provengono dal mondo Isis sono per una volta ancora inquietanti anche perché non arrivano da consueti proclami su social o web jihadisti, ma da un rapporto minuzioso dei servizi segreti inglesi, rivelati dal Mirror in una sua inchiesta scottante. I preti e le chiese sono tra gli obiettivi principali dei terroristi Daesh: il Califfato non si “accontenta” dell’attentato andato a buon fine in Francia con padre Hamel ucciso in Normandia, e mira ad altri obiettivi in tutto il Regno Unito. Chiese, preti, religiosi dei quattro Regni sono sotto l’occhio del Califfo, secondo il rapporto del MI6 (gli 007 inglesi) gli attacchi sarebbero addirittura imminenti e con ovviamente l’obiettivo di morte e devastazione. Quanto temere il marchio dell’Isis? Tenendo conto di quanto già compiuto purtroppo non va per nulla sottovalutato: il cristianesimo è uno degli ostacoli più grandi contro la jihad visto che rappresenta una predicazione di un mondo del tutto antitetico a quello islamista, con pace e perdono che risultano del tutto incompatibili con la tesi fondamentalista del Califfato. Cattolici e anglicani, non ci sono distinzioni per l’Isis che vuole gettar ancora più ombre di terrorismo all’Europa secolarizzata. Di contro le Chiese rimangono aperte, come vuole il Papa e la stessa anglicana perché in fin dei conti non può essere la paura a vincere contro il terrore Daesh: restano gli avvertimenti che i servizi segreti lanciano ai preti stessi, come racconta un parroco al Mirror «Mi è stato consigliato di non farmi vedere in pubblico con il colletto della camicia proprio degli ecclesiastici, di non rimanere da solo in chiesa e di innalzare il livello di sicurezza delle chiese, a prescindere dai costi che possa implicare». 





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