CHIARA LUCE BADANO/ Video, la mamma della beata: “con l’abito da sposa è volata da Gesù” (Porta a Porta)

- Niccolò Magnani

Chiara Luce Badano, video: mamma Maria Teresa racconta a Porta a Porta la storia della giovane beata, "con l'abito da sposa è volata da Gesù"

chiara_luce_badano_beata_tumore_santa_facebook_2017 Chiara Luce Badano

«Mamma sii felice, perché io lo sono, ciao!!»: con queste parole a 19 anni se ne andava in cielo Chiara Luce Badano, giovane ragazza cattolica appassionata di Dio e fervente focolarina ammalatasi a 17anni di cancro e morta il 7 ottobre 1990 a 19 anni. È stata fatta beata da Papa Benedetto XVI nel 2010 e ci sono molti buoni motivi per credere che la strada per la sanità non sia per nulla lontana per questa ragazza tanto semplice eppure tanto comunicativa di una luce che ancora oggi irradia chi l’ha conosciuta e amata. La mamma, Maria Teresa, ieri sera a Porta a Porta nella puntata speciale sui “nuovi” Santi e ha raccontato una volta di più la sua incredibile storia: «solo Dio sa se lei diventerà Santa, pendiamo dalle sue mani. È morta a 19 anni, tumore a 17 anni, ma con l’abito da sposa è volata in cielo». Una vera forza della natura quella ragazza che nel pieno della sua malattia ha raccontato tutto il suo amore per nulla “ingenuo” per quella voce dall’alto che la chiamava di continuo. Chiara nasce a Sassello, in provincia di Savona della diocesi di Acqui, dopo undici anni di attesa dei suoi genitori, Maria Teresa Caviglia e Ruggero Badano: ma è trainante, fin da piccola è una vera ragazza innamorata della vita e di Cristo. «Io non devo dire di Gesù, ma devo dare Gesù con il mio comportamento», amava ripetere di continuo Chiara Luce, che pur nel pieno della malattia non “odorava di morte” ma profumava di vita, come hanno raccontato più volte i suoi amici e i suoi genitori. CLICCA QUI PER LA STORIA DELLA SUA VITA

L’INCONTRO CON LO SPOSO

In una famosa lettera inviata a Chiara Lubich, Chiara Luce Badano ha scritto una delle cose più incredibili e da “pugno allo stomaco” che si possano sentire da una malata terminale a soli 18 anni. La giovane scrive a Chiara Lubich, informandola della decisione di interrompere la chemioterapia: «Solo Dio può. Interrompendo le cure, i dolori alla schiena dovuti ai due interventi e all’immobilità a letto sono aumentati e non riesco quasi più a girarmi sui fianchi. Stasera ho il cuore colmo di gioia… Mi sento così piccola e la strada da compiere è così ardua, spesso mi seno soprafatta dal dolore. Ma è lo Sposo che viene a trovarmi». Chiara Luce muore alle 4,10 del 7 ottobre 1990, festa della beata Vergine Maria del Rosario: con il vestito da sposa, come racconta la sua mamma anche ieri sera a Porta a Porta. «Dopo due interventi, lei non aveva mai chiesto se era malata o no, noi lo sapevamo che lei aveva il tumore ma lei non voleva sapere nulla. Non era inquieta ed era sempre felice con tutti, si adoperava per aiutare i ragazzi e gli altri pazienti. Lavava i capelli di una ragazza nella camera accanto: «Chiara non fare questo servizio, ti stanchi». E lei invece, “avrò tempo per riposarmi, lei è sola e nessuno va a trovarla».

NELLA STRADA VERSO DIO IL DOLORE DIVENTA AMORE

È intervenuta anche una sua amica ieri per raccontare da un altro punto di vista la storia di Chiara: «lei era convinta che Dio potesse realizzare il suo disegno su di lei anche con la malattia e così si è incamminata nella strada verso Gesù dove il dolore si trasformava in amore. La vita si compie veramente quando uno ama e viene amato». Queso lo diceva la stessa Chiara Luce anni fa e ancora oggi, dopo la sua beatificazione e in previsione verso la canonizzazione, le sue lettere e la sua testimonianza vengono portate in tutta Italia e non solo: «L’importante è fare la volontà di Dio…è stare al suo gioco…Un altro mondo mi attende…Mi sento avvolta in uno splendido disegno che, a poco a poco, mi si svela…Mi piaceva tanto andare in bicicletta e Dio mi ha tolto le gambe, ma mi ha dato le ali…». È stata Chiara Lubich, fondatrice e carisma del Movimento dei Focolarini, a metterle il nome di “Luce” proprio per l’effetto che poneva su chi incontrava Chiara Badano. «Si sentiva in lei la presenza dello Spirito Santo che la rendeva capace di imprimere nelle persone che l’avvicinavano il suo modo di amare Dio e gli uomini. Ha regalato a tutti noi un’esperienza religiosa molto rara ed eccezionale», spiegava il Vescovo diocesano di Savona, Mons. Livio Maritano. CLICCA QUI PER LA PUNTATA INTERA DI PORTA A PORTA SU CHIARA LUCE BADANO







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