Cardinale Gerhard Müller/ “Benedetto XVI rimase deluso per il mio licenziamento”

- Paolo Vites

Il licenziamento del cardinale Müller dal suo ruolo di prefetto della congregazione per la dottrina della fede continua a essere interessato da polemiche, ecco di cosa si tratta

papa_benedetto_xvi_ratzinger_chiesa_lapresse_2017 Papa Benedetto XVI (LaPresse)

Il cardinale Müller torna a parlare con toni polemici della decisione presa da Bergoglio di non rinnovare la sua carica di prefetto della congregazione della fede quando scadde nei gironi scorsi dopo i 5 anni previsti dalle leggi vaticane. Spesso infatti tale carica viene rinnovata. Il cardinale si è già espresso con toni da persona offesa per quello che lui considera “uno scaricamento” dicendo di aver ricevuto un preavviso di un minuto e nessuna motivazione; adesso, nel corso di una intervista pubblicata dal quotidiano tedesco Die Welt, tira in ballo Ratzinger, dicendo che Benedetto XVI non prese bene la decisione, rimanendone deluso.

Fu proprio il papa emerito a nominarlo in quel ruolo nel 2012, carica che lo stesso Ratzinger detenne per un lunghissimo periodo, dal 1981 al 2005 quando venne nominato pontefice. Negli ultimi 50 è sempre stato così, a meno che il il prefetto non decida di lasciare di sua volontà o per raggiunti limiti di età. Nella nuova intervista il cardinale parla dell’avvento di una cultura che idolatra il papa: “Ogni cattolico, soprattutto ogni vescovo e cardinale, ha un rapporto positivo e costruttivo con il papa, ma adesso siamo a un atteggiamento ossequioso esagerato, contro cui lo stesso papa si è sempre scagliato”. Tale culto della personalità, dice ancora, può avere un possibile effetto collaterale dannoso sui media. Per quanto riguarda il suo lavoro svolto, dice di aver praticato tolleranza zero per tutti i membri della Chiesa accusati di abusi.

E a proposito del caso delle violenze sui bambini accaduto a ratisbona, ricorda di aver aperto lui il caso nel 2010 quando era ancora arcivescovo della città tedesca: “adesso abbiamo il numero complessivo, che fa sembrare che si tratti di un unico avvenimento. Invece tutto è avvenuto in un arco di tempo di 70 anni”. Dice inoltre che la scuola del coro è una fondazione statale non appartenente alla Chiesa: “stituzionalmente indipendente dalla diocesi di Ratisbona, come Fondazione di diritto statale” e che addirittura già negli anni 50 si tenne un processo contro uno di questi insegnanti violenti. Nulla da nascondere dunque, purtroppo quelli erano i metodi educativi in voga in tutte le scuole del mondo.





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