NIGERIA/ Gheddo: perché i musulmani moderati tacciono sugli attacchi ai cristiani?

- int. Piero Gheddo

“Perché i musulmani moderati non si dissociano dai fondamentalisti che attaccano le chiese in Nigeria?”. E’ la domanda di padre PIERO GHEDDO, di fronte ai nuovi attentati di Boko Haram

attentato-kamikaze Immagini di repertorio (Infophoto)

“Perché i musulmani moderati non si dissociano dai fondamentalisti che attaccano le chiese in Nigeria?”. E’ la domanda provocatoria di padre Piero Gheddo, di fronte ai nuovi attentati di Boko Haram. Ieri cinque chiese sono state bombardate nello Stato settentrionale di Kaduna, provocando almeno 12 morti di cui quattro bambini. La folla, inferocita anche per l’incapacità della polizia nell’arrestare i colpevoli, ha reagito dando vita a una caccia all’uomo contro i presunti attentatori, accerchiandoli e linciandoli sul posto. Per padre Gheddo, “i seguaci di Boko Haram non sono dei pazzi, ma rispondono a una precisa ideologia che trova riscontri in tutto il mondo musulmano: la modernità prodotta dall’Occidente cristiano è tutto fuorché umana, e l’unica soluzione è ritornare all’Islam originario, cioè alla sharia interpretata in senso rigoroso”.

Padre Gheddo, che cosa la colpisce di più della strage di ieri?

Siamo di fronte a una serie di attentati programmati, organizzati, terribili nella loro precisione. Non sono violenze che nascono in un momento di caos, ma un tentativo sistematico di mettere in fuga tutti i non musulmani dalla Nigeria centrale e settentrionale. Boko Haram vuole istituire la sharia e applicarla rigorosamente. Vi sono riusciti in 12 Stati, in altri non possono perché il governo centrale non lo permette. Cercano quindi di spaventare questi cristiani per mandarli via.

Perché lo Stato non interviene?

La Nigeria è un Paese ricco di petrolio e le autorità avrebbero i soldi per organizzare una risposta militare contro i terroristi. La corruzione però indebolisce le istituzioni che non riescono a fornire risposte. Teniamo conto inoltre che in Nigeria vivono 150 milioni di persone, non è un piccolo Stato come la Guinea Bissau. E’ una massa di gente che non si può interamente controllare. Lo stesso mondo musulmano del resto non muove un dito.

Che cosa potrebbe fare di fronte alla follia di Boko Haram?

Quantomeno non starsene zitti. Dove sono oggi i musulmani moderati? In Italia sono presenti quasi due milioni di islamici organizzati. Di fronte a una strage programmata come quella che dall’inizio dell’anno in Nigeria ha provocato 600 vittime tra i cristiani, come si fa a non protestare? Basterebbe una lettera ai giornali per dissociarsi, una fatwa, una condanna ufficiale.

A chi spetterebbe questo compito?

Alle università islamiche di Al-Azhar o Damasco, ma anche all’Ucoii in Italia. Per non parlare delle associazioni dei musulmani nigeriani che vivono nel nostro Paese. In Nigeria siamo di fronte a violazioni palesi, ripetute e programmate dei diritti dell’uomo e della donna, ma questo sembra un problema che non li tocca minimamente. E non c’è soltanto il caso della Nigeria. Pensiamo alla Siria, dove la situazione è ancora peggiore. Eppure i musulmani cosiddetti “moderati” presenti in Europa non dicono nulla.

 

Secondo lei perché restano in silenzio?

 

Perché la “Umma”, la famosa comunità islamica, si caratterizza come rigida, compatta e controllata e ovunque nel mondo non prende posizione contro episodi di questo tipo. E’ possibile trovare lo studioso musulmano isolato che esce dal coro, il grande scrittore che poi vive sotto la protezione della polizia, ma gli organismi che rappresentano i musulmani non intervengono minimamente.

 

Quali sono le motivazioni profonde di questo atteggiamento?

 

Siamo di fronte a una lotta dell’Islam contro l’Occidente che non si riesce a capire fino in fondo. Nel discorso di Ratisbona del settembre 2006, il Papa Benedetto XVI ha detto che l’Islam deve confrontarsi con la violenza e con la ragione. Molte affermazioni presenti nel Corano sono ancora oggi interpretate in un modo letterale, andando contro la ragione umana e il volere di Dio. Anche i cristiani in passato si sono resi responsabili di guerre di religione, ma con il tempo si sono resi conto che era una cosa che andava contro il Vangelo. Anche i musulmani dovrebbero fare lo stesso per quanto riguarda il Corano.

 

Secondo lei quindi Boko Haram rappresenta i musulmani?

 

Non rappresenta i musulmani, ma quella frangia di islamici estremisti che non soltanto strumentalizzano il Corano per fini violenti, ma sono convinti del fatto che di fronte al mondo moderno che è in crisi l’unica soluzione sia recuperare l’Islam secondo un’interpretazione rigorosa. L’Occidente del resto dovrebbe presentare un cristianesimo vissuto, che rende l’uomo più uomo o come dice spesso il Papa, nel quale l’umanesimo coincide con il cristianesimo. Le società cristiane dell’Occidente non rappresentano affatto questa prospettiva. I musulmani di Boko Haram sono quindi convinti che la soluzione di fronte alla modernità sia ritornare all’Islam originario, cioè alla sharia interpretata in senso rigoroso, combattendo una guerra santa per la fede.

 

(Pietro Vernizzi)





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