CALIFORNIA/ Piantagioni di marijuana: raccoglitrici stuprate, traffico di esseri umani e schiave del sesso

- La Redazione

In California presto la cananbis potrà essere legalizzata ma già esistono piantagioni che fruttano miliardi di dollari, dove le lavoratricvi sono sfruttate e abusate senza pietà

cannabis_ok_R439 Immagine dal web

A novembre lo stato della California con un referendum deciderà se legalizzare o no l’uso della marijuana, che comunque in un modo o nell’altro da anni è già tollerato. Dopo il Colorado uno degli stati più importanti dell’unione potrà così fare affari legali con le droghe cosiddette leggere, un business che già oggi in California tocca quasi tre miliardi di dollari e che se la cannabis dovesse essere legalizzata toccherà oltre 6 miliardi. Ma oltre a questo, lo stato californiano farebbe bene a occuparsi della violenza e dello sfruttamento che accade in gran parte delle piantagioni che già esistono al suo interno, soprattutto a nord nel cosiddetto triangolo di smeraldo, come denuncia il Center for Investigative Reporting, Qui lavoratori stagionali, soprattutto donne e ragazze, sono vittime di sfruttamento brutale, traffico di esseri umani e stupri abituali. I proprietari delle piantagioni preferiscono infatti le donne agli uomini perché più abili dal punto di vista manuale: dozzine i casi di donne stuprate per ottenere il pagamento, di essere costrette a cibarsi di amfetamine per lavorare di più:  “Pensano di essere assunte per lavorare nei campi, poi sono drogate e stuprate” dicono i responsabili del rapporto. Molte sono tenute prigioniere come schiave del sesso e nel solo 2015 sono stati denunciati 352 casi di sparizione. Ma la polizia non si interessa a questi casi, si legge.







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