RIFORMA PENSIONI/ Treu: tagliamo quelle retributive sopra i 4mila euro per aumentare le minime

- int. Tiziano Treu

Per TIZIANO TREU, il vero discrimine non dovrebbe però riguardare le pensioni alte e quelle basse, ma il fatto che alcuni pensionati beneficiano ancora del vecchio sistema retributivo

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«Nell’attuale sistema pensionistico convivono due modelli diversi: quello retributivo che calcola le pensioni sugli ultimi dieci anni lavorativi e quello contributivo che prevede che ciascuno riceva quanto ha versato nell’intera vita professionale. I tagli delle pensioni d’oro e d’argento dovrebbero riguardare solo chi ha goduto del sistema retributivo e prende più di 4 o 5mila euro al mese». Ad affermarlo è Tiziano Treu, ex ministro del Welfare e attualmente membro del Cnel. Il commissario straordinario per la spending review, Carlo Cottarelli, ha sottolineato che sarà necessario “toccare le pensioni d’oro e d’argento. L’approccio della legge di stabilità è di congelare la perequazione. So che esistono difficoltà a livello costituzionale, ma c’è una scelta da fare”.

Treu, che cosa ne pensa della proposta del commissario Cottarelli relativa alle pensioni?

La redistribuzione interna al sistema pensionistico, prendendo ai cittadini più ricchi e restituendo a quelli più poveri, è un’idea giusta. La proposta di Cottarelli si basa sul fatto che quello pensionistico è un sistema solidaristico. Il vero discrimine non dovrebbe però riguardare le pensioni alte e quelle basse, ma il fatto che alcuni pensionati beneficiano ancora del vecchio sistema retributivo.

Dove starebbe la disuguaglianza?

Chi si è ritirato dal lavoro con il sistema retributivo ha ottenuto una pensione in proporzione superiore rispetto ai contributi versati. Chi invece lo ha fatto con il sistema contributivo, dopo una carriera normale, e magari andando in pensione a 67/70 anni di età, riceve esattamente quanto ha versato. La sforbiciata non dovrebbe riguardare quindi in modo generico quanti hanno una pensione alta, ma chi ha ottenuto condizioni più favorevoli in proporzione ai contributi pagati. Avendo ricevuto dal sistema un beneficio, è giusto che una parte di quest’ultimo vada a chi invece ha avuto di meno.

Secondo lei, a che livello andrebbe posta l’asticella?

Non si tratta tanto di individuare un livello assoluto oltre il quale sforbiciare, ma di capire con quale sistema si è ricevuta la pensione. Si potrebbe per esempio stabilire che a chi riceve il 20% in più rispetto a quanto ha pagato si toglie il 30% di quel di più. Ciò può valere anche per le pensioni medie. Spesso con il termine “pensioni d’oro” si pensa a chi ha lavorato nella Banca d’Italia e riceve un assegno da 10mila euro al mese. In realtà, anche pensioni da 4-5mila euro ottenute a regime favorevole andrebbero in parte ridotte.

Quanto si potrà risparmiare con i tagli alle pensioni d’oro e d’argento?

Non illudiamoci che con i tagli alle pensioni d’oro e d’argento proposti da Cottarelli si ricavino cifre particolarmente elevate. Renzi è giunto a ipotizzare di produrre risparmi da alcuni miliardi di euro, ma ciò non è assolutamente realistico. Ciò che conta piuttosto è che si dà un segnale giusto di solidarietà.

 

La norma rischia nuove bocciature da parte della Corte costituzionale?

No. La precedente sentenza della Consulta sulle pensioni d’oro riguardava una norma che, poniamo, colpiva chi riceveva più di 50mila euro di pensione ma non chi otteneva più di 50mila euro di stipendio. In questo caso invece si fa un discorso che va nella stessa direzione dei principi di equità previsti dalla Costituzione. La proposta di Cottarelli è proprio quella di creare una maggiore equità tra chi ha beneficiato del sistema retributivo e di chi rientra invece in quello contributivo. In questo quadro è giusto compiere un’operazione di redistribuzione, in linea con il concetto solidaristico proprio del sistema pensionistico. Credo dunque che la Corte non avrebbe obiezioni.

 

Dove ritiene che dovrebbero andare i proventi?

La proposta del ministro Giovannini è di destinarli a un aumento delle pensioni sociali minime, e io condivido questa idea.

 

Quindi non ritiene che vadano usati per un ulteriore taglio del cuneo fiscale?

Proprio perché stiamo facendo un’operazione all’interno del sistema pensionistico, in cui vi sono le pensioni d’oro e d’argento, ma anche tantissime persone che non arrivano a fine mese, ritengo che sia più giusto destinare le risorse liberate alle pensioni minime.

 

(Pietro Vernizzi)







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