MAGDI ALLAM/ Il politico sul lastrico: giudici e islamici mi hanno rovinato

- La Redazione

Magdi Allam, ex vice direttore del Corriere della Sera, dichiara bancarotta: ha dovuto pagare molti soldi in seguito a cause di diffamazione da parte di islamici, ecco di cosa si tratta

magdi_R439 Magdi Allam

L’ex vice direttore del Corriere della Sera, eurodeputato Udc e anche leader di una formazione politica da lui fondata, dichiara di essere rimasto senza una lira. Colpa delle innumerevoli condanne per diffamazione subite in seguito a denunce da parte di islamici, ha spiegato. E’ la “jihad by court”, la guerra santa islamica condotta nei tribunali, per mettere a tacere i nemici. Secondo quanto dichiarato da Allam, negli ultimi anni ha dovuto pagare circa 70mila euro in seguito a condanne per diffamazione, mentre è appena stato condannato ancora per diffamazione a pagare altri 18mila euro dopo la denuncia di Ezzedin Elzir, presidente dell’Unione comunità islamiche in seguito alla partecipazione al programma televisivo Porta a porta. «Sono vittima della persecuzione giudiziaria-da parte degli estremisti islamici taglia-lingue, coloro che ti condannano se dici, scrivi o fai qualcosa che urta la loro suscettibilità, che si scontra con la loro strategia di islamizzazione subdola, strisciante e inarrestabile dell’Italia e dell’Europa» ha detto a Il Giornale. Originario dell’Egitto, nel 2008 si converte al cristianesimo poi in seguito all’elezione di papa Bergoglio annuncia di rimanere cristiano ma di abbandonare la Chiesa cattolica per “la legittimazione dell’islam come vera religione”. Per risolvere i suoi problemi economici ha fondato adesso l’associazione Amici di Magdi Cristiano Allam con la quale chiede aiuto economico per lui e per altri come lui nelle stesse condizioni per gli stessi motivi: «Sono stato il primo giornalista in Italia a subire una denuncia dell’avvocato degli islamici e un procedimento disciplinare per islamofobia dall’Ordine nazionale dei giornalisti. Vorrebbero impormi il bavaglio, ma non ho intenzione di tacere».







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