Cristiana Capotondi torna in tv con la fiction "Bella da morire"su Rai1: "Quando si uccide una donna, si uccide la femminilità che rappresenta"
Cristiana Capotondi: “Quando si uccide una donna, si uccide la femminilità”
Cristiana Capotondi con la fiction “Bella da morire” torna a confrontarsi di un tema delicatissimo e mai come ora attuale: il femminicidio e la violenza sulle onde. “Credo che oltre alla propria donna, quegli uomini vogliano uccidere la parte femminile che hanno dentro di sè. Dimostrano cioè l’incapacità di rapportarsi con l’altro sé, come dovrebbe essere in ogni relazione maschio-femmina. Insomma: non sono stati educati a riconoscere nella donna il completamento di se stessi” ha dichiarato l’attrice che, a La Repubblica, ha ricordato alcuni ruoli cruciali della sua carriera come quello di Lucia Annibali in “Io ci sono” e Giordana in “Nome di donna”. “E’ fondamentale raccontare storie di donne dotate di una forza pacifica, che si fa portatrice di un cambiamento. Quando si uccide una donna, si uccide la femminilità che rappresenta. La fiction è un mezzo potente per spiegare a tutti che dall’amore malato ci si può liberare” ha detto a gran voce l’attrice che sul finale ha parlato anche del movimento #Metoo: “c’è ancora tanto lavoro da fare. Parleremo di successo quando le donne non verranno più molestate in qualunque ambiente di lavoro, non solo nel cinema”.
