Marco Armani concorrente di Ora o mai più su Raiuno. Dal successo di "Tu dimmi un cuore ce l'hai" alla depressione: "la fede mi ha salvato"
Marco Armani: “Ora o mai più? Avrei preferito cantare le mie canzoni”
La partecipazione di Marco Armani alla prima edizione di “Ora o mai più” è stata indubbiamente legata al suo coach Red Canzian, il compositore e polistrumentista che tutti associano ai Pooh. Il cantante non nasconde che il supporto di Red è stato importantissimo nella sua esperienza televisiva dicendo: “mi ha dato consigli soprattutto tecnici. Io sono estemporaneo di natura e non amo fare sempre le stesse cose. Ma Red è stato molto rigido su questo aspetto e così ho rispettato la sua scelta”. Il cantautore però non nasconde una critica alla gestione del talent show condotto da Amadeus, un’esperienza che se da un lato gli è piaciuta tantissimo per farsi conoscere dal grande pubblico dall’altro poteva essere fatta meglio. “Noi concorrenti siamo stati lontani dai riflettori per tutto questo tempo. Aspettavo l’occasione giusta per fare un disco e questo show me ne ha dato la possibilità” – ha precisato Armani che ha poco dopo precisato – “se dovessi fare una critica, avrei preferito che ci dessero più possibilità di cantare le nostre canzoni, non limitandoci solo a una manciata di secondi nella prima e nell’ultima puntata. Forse hanno paura che il nuovo possa nuocere il vecchio”. Dopo il grande successo di “Tu dimmi un cuore ce l’hai” portato in gara a Sanremo, Marco Armani è finito nell’oblio. Un momento non facile che il cantautore ha raccontato così: “il buio totale, inviavo le mie biografie, ma senza successo. Ero in depressione, non lo nego. Cosa mi ha aiutato? La fede”. Sul finale poi parlando della musica di oggi ha sottolineato: “è difficile avere una propria personalità e il talento è un dono della natura e se non ce l’hai non vai molto lontano. Purtroppo è anche vero che la musica è diventata usa e getta. Noi eravamo decisamente più supportarti, avevamo sette anni di autonomia e potevamo vivere di rendita grazie alle nostre hit del passato. Oggi si scrive musica solo per le radio e non più per il pubblico”.
