Savoy Ballroom e swing, video: allo storico locale di Harlem, oltre ad un Doodle di Google è dedicato anche il brano di Edgar Sampson, “Stompin 'at the Savoy”
Al Savoy Ballroom, oltre ad essere dedicato un Doodle di Google, è stata dedicata anche una canzone. Si tratta precisamente del brano “Stompin ‘at the Savoy”, canzone jazz del 1933 composta da Edgar Sampson, nonostante da molti sia attribuita, erroneamente, a Benny Goodman, Chick Webb, e Andy Razaf, artisti che spesso e volentieri si sono esibiti nella famosa sala da ballo di Harlem.
La canzone era la sigla della band di Rex Stewart, di cui Sampson era membro, e in seguito fu utilizzata dalla banda di Webb. Una hit che raggiunse la top 10 dei brani più venduti nel 1934, poi in seguito, divenendo uno standard jazz, è stata registrata centinaia di volte e subendo anche vari “remake”, fra cui l’ultimo, datato 2020 firmato dal giovane musicista americano classe 1994, Tony Glausi, nel suo album My Favourite Tunes. Un brano che sicuramente sarà stato ascoltato oggi svariate volte, proprio grazie al Doogle di Google, dedicato allo storico locale di New York. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SAVOY BALLROOM E SWING VIDEO, 4.000 PERSONE SI SCATENAVANO OGNI SERA AD HARLEM
Il Savoy Ballroom, sala da ballo celebrata oggi da Google con un Doogle, è stata una vera e propria icona di New York in particolare negli anni ’30 e ’40. Era di fatto divenuta una meta per coloro che visitavano la Grande Mela, ma soprattutto un punto di ritrovo per tutti quelli che amavano all’epoca la buona musica e scatenarsi, ballare. Fu un locale il cui carisma e la cui popolarità crebbero di pari passi con l’avanzare della comunità nera ad Harlem, e come vi abbiamo già spiegato, al suo interno vi si esibivano i migliori musicisti dell’epoca e un corpo da ballo, il Whitey’s Lindy Hoppers, che non aveva eguali.
Il Savoy Ballroom deve la sua fama anche a delle dimensioni notevoli, visto che al suo interno poteva ospitare fino a 4.000 persone, quanto un piccolo comune d’Italia, e quando venne inaugurato, nel 1928, ben 2.000 avventori dovettero rimanere fuori per mancanza di spazio. Il locale comunque era aperto tutte le sere, chiudendo solamente poche ore al giorno, di conseguenza, chi non trovava posto un giorno, poteva presentarsi il giorno dopo. Il Savoy Ballroom resta ancora oggi meta di pellegrinaggio dei fan della musica swing e jazz, anche se al suo posto si trova solo una colonna con una placca commemorativa. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SAVOY BALLROOM E SWING, VIDEO: IL LOCALE DI HARLEM, FRA BATTLE, BALLETTI E MUSICA
Doodle davvero speciale e particolare quello realizzato quest’oggi da Google per il Savoy Ballroom, storica sala da ballo di New York. Il locale fu attivo fra la metà degli anni ’20 e la fine degli anni ’50 in quel del quartiere Harlem, zona della Grande Mela dove la maggioranza della popolazione, se non la quasi totalità, era di etnia afroamericana, gente che ha la musica e la danza nel sangue, nel proprio Dna. Si trovava esattamente fra la 140esima e la 141esima strada su Lenox Avenue ed era noto anche come “the home of happy feet”, che tradotto significa la casa dei piedi felici proprio perchè al suo interno si ballava e ci si muoveva. Ad Harlem, invece, la sala veniva soprannominata “the track”, la pista.
Il Savoy Ballroom, nonostante crescesse in un quartiere afroamericano, permetteva l’accesso a tutti, sia a bianchi che alle persone di colore, ma solamente i ballerini migliori potevano accedere alla zona nord-est della pista da ballo, il “cats’s corner”, l’angolo del gatto. Fu un locale che divenne famoso anche per le sue sfide fra band, le mitiche battle, e memorabile fu a riguardo quella fra Benny Goodman Orchestra e Chick Webb del 1937, e l’anno seguente fra lo stesso Webb e la Count Basie Band. La sala da ballo era immensa, si trovava al secondo piano e occupava un intero isolato, e ogni sera si esibivano costantemente i “Savoy Lindy Hoppers”, gruppo di ballerini professionisti che danzarono anche a Broadway e ad Hollywood. Nel ’58, con la sua chiusura, l’edificio venne demolito e sostituto da un complesso residenziale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
SAVOY BALLROOM E SWING, VIDEO, UN FARO NELLA VITA NOTTURNA DI HARLEM
Il ballo swing e il Savoy Ballroom sono i protagonisti del doodle di Google di oggi, mercoledì 26 maggio 2021, caratterizzato anche da un gioco interattivo a cui possono prendere parte gli internauti di numerose nazioni del mondo. Ma se lo swing è uno stile di danza universalmente conosciuto, probabilmente non tutti conoscono la storia del Savoy Ballroom, iconica sala da ballo attiva nel periodo a cavallo tra gli anni Venti e Cinquanta del secolo scorso nel quartiere Harlem di New York.
Esattamente diciannove anni fa, il 26 maggio 2002, venne posta una targa commemorativa per il Savoy Ballroom in Lenox Avenue tra la centoquarantesima e la centoquarantunesima strada. Alla cerimonia hanno preso parte Frankie Manning e Norma Miller, membri dei Whitey’s Lindy Hoppers. Il Savoy Ballroom era qualcosa di più di un semplice locale: essa ha scritto un’importante pagina di storia, divenendo uno dei primi spazi pubblici privi di razzismo negli Stati Uniti d’America sin da quando ha aperto i suoi battenti, attuando una politica di non discriminazione a decorrere dal 1926.
LA STORIA DELLA SAVOY BALLROOM
All’inizio del ventesimo secolo, il quartiere Harlem ospitava una comunità composta prevalentemente da persone di colore, compresi coloro che erano emigrati da altre parti della nazione e dai Caraibi. L’impatto di questa comunità fu dominante in tutta Harlem, in quanto il quartiere prosperò come luogo di creatività e cultura e come sede del Savoy Ballroom. Sebbene fosse un’istituzione di proprietà dei bianchi, la comunità nera di Harlem fece del Savoy il cuore pulsante del quartiere e un epicentro di innovazione per la danza e la musica swing in tutto il mondo. La sua struttura architettonica, poi, è rimasta scolpita negli annali: gli ospiti erano accolti da due scale di marmo che conducevano al secondo piano, con una pista da ballo in legno di mogano e acero grande 10mila piedi quadrati e lunga un isolato. Qui molti dei più acclamati musicisti jazz del mondo, tra cui Chick Webb, Count Basie ed Ella Fitzgerald, suonavano la colonna sonora per migliaia di ballerini ogni sera (e oltre 700mila ogni anno). Tra gli stili di ballo swing più proposti c’erano il Charleston, il Big Apple e il Mambo, ma il più popolare era il Lindy Hop, nato e cresciuto in quella stessa sala da ballo.
SAVOY BALLROOM, LA PATRIA DEL LINDY HOP
Il Savoy Ballroom fu dunque la culla del Lindy Hop, caratterizzato da una connessione ritmica tra i partner, una raffica di passi aerei acrobatici (nella versione da spettacolo) e un gioco di piedi che ha contribuito a uno dei soprannomi caratteristici del Savoy: “La casa dei piedi felici”. Con le forze sinergiche della danza e della musica jazz, il Savoy Ballroom brillò come faro della vita notturna di Harlem per i successivi tre decenni, combattendo la segregazione razziale. Poi, nel 1958, il Savoy Ballroom chiuse per sempre, ma il suo impatto internazionale si avverte nitidamente ancora ai giorni nostri. E, oltre all’apprezzato doodle di Google, a ricordarci della sua esistenza passata vi è sempre quella targa commemorativa, ubicata nella sua posizione storica tra la 140esima e la 141esima strada sulla Lenox Avenue di New York. Il Savoy Ballroom e lo swing sono vivi come non mai e, insieme a loro, i ricordi delle emozioni del passato e la voglia di riassaporarle in futuro.
