Secondo Walter Ricciardi bisognerebbe introdurre l'obbligo vaccinale se il green pass non dovesse bastare: ecco le parole del consulente di Speranza
Walter Ricciardi ha affermato sulle colonne de “Il Mattino”, nell’ambito di un’intervista pubblicata sull’edizione odierna del quotidiano, che, come per la scuola, anche per i trasporti l’Italia non ha fatto passi in avanti rispetto all’anno scorso: “Era stato chiesto di incrementarne la frequenza, di non aumentare la capienza oltre il 50 per cento, di mantenere il distanziamento. Se tutto questo non è stato realizzato, la responsabilità è delle autorità locali e nazionali, che non hanno affrontato questi problemi con la giusta tempestività”.
L’introduzione dell’obbligo di esibizione del Green Pass sui trasporti pubblici, potrebbe rappresentare una soluzione importante, anche se decisamente tardiva: “Viste le tecnologie attuali, è una misura che può essere messa in pratica, ma andava programmata con largo anticipo e oggi siamo in ritardo su questo fronte”. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
RICCIARDI: “POTREMMO DOVERE PRENDERE IN CONSIDERAZIONE L’OBBLIGO VACCINALE”
Ribadisce la necessità di introdurre l’obbligo vaccinale, a determinate condizioni, Walter Ricciardi, noto virologo, stimato professore e consigliere del ministro della salute, Roberto Speranza. Parlando stamane con i microfoni dell’Adnkronos ha spiegato: “Per tutelare la salute, e l’economia, bisogna incrementare la vaccinazione. Se non bastasse il Green Pass andrebbe preso in considerazione l’obbligo” vaccinale e il Green pass va esteso a tutti i lavoratori “agli statali, alle forze dell’ordine e gradualmente a tutte le attività che prevedono assembramenti al chiuso”.
L’ordinario di Igiene all’Università Cattolica, si dice convinto che il covid non scomparirà a breve: “La pandemia potrebbe durare anni o finire nel 2023. I Paesi del G20 sanno che per superarla devono collaborare e pensano a un piano per sospendere i brevetti dei vaccini e costruire gli impianti di produzione delle dosi nei Paesi svantaggiati. Il punto da cui si parte – ha aggiunto Ricciardi – è che il vaccino deve essere un bene pubblico globale e non un beneficio dei Paesi ricchi. La strada dunque è quella molto controversa della sospensione dei brevetti e del trasferimento tecnologico a livello internazionale”.
RICCIARDI E LA CARENZA DI VACCINI NEL MONDO: “NON BISOGNA CONTINUARE CON LE DONAZIONI”
Secondo Ricciardi, in tale senso, sarebbe importante che la Pfizer possa trasferire la propria tecnologia in giro per il mondo: “La Pfizer non ce la può fare a produrre dosi per tutto il mondo, dunque va coinvolta perché trasferisca la tecnologia a nuovi siti produttivi da aprire nei Paesi svantaggiati. La Germania, per esempio, ha favorito la creazione di aziende Pfizer-Biontech in tre Paesi africani. Ora questo modello da bilaterale deve diventare globale”.
Ma la strada da percorrere per Ricciardi non è quella della donazione: “l’importante è che non si continui con le donazioni. I Paesi ricchi devono creare dei siti produttivi nuovi per vincere la sfida della vaccinazione mondiale”. Quindi il professore ha concluso: “Si lavora a un comunicato congiunto siglato da 20 Paesi. Non sarà la parola fine, ma l’inizio di un percorso che permetta di realizzare un piano operativo globale e di finanziare questi nuovi impianti. L’obiettivo è vaccinare tutto il mondo entro il 2023, altrimenti di questo passo ci vorrebbero anni”.
