Irama non dimentica chi più di ogni altro ha creduto in lui: "Devo tanto a Maria De Filippi, perché quando decisi di andare ad Amici..."
Irama, la grande interpretazione a Felicissima Sera con Pio e Amedeo
Irama è uno dei cantanti italiani più apprezzati di questi ultimi anni. L’esordio ad Amici appare ormai lontano anni luce, perché nel frattempo si è evoluto tantissimo, calcando palchi importanti e riscuotendo successi totali. Questa sera, giovedì 20 luglio, lo rivediamo all’opera nell’esibizione a Felicissima Sera, assieme ai padroni di casa Pio e Amedeo, coi quali canta il celebre pezzo “We Are the World”. Un brano che sorride ai temi dell’inclusione e della solidarietà. Argomenti molto cari a Irama, che non ha avuto un’infanzia semplicissima.
“Non sono cresciuto in una famiglia con tanti soldi, ma io e mia sorella Iolanda ci siamo arricchiti tanto come persone. Non c’erano i soldi per le lezioni di canto: anche quando ci siamo tutti trasferiti a Monza non ho mai studiato musica”, ha raccontato in una bella intervista rilasciata al sito di Tv Sorrisi e Canzoni.
Irama e il legame speciale con Maria De Filippi: “Le devo molto”
In un’altra intervista, invece, Irama aveva sottolineato l’importanza di aver preso parte ad Amici e proprio in riferimento all’esperienza nel talent di canale 5, dimostrò grande gratitudine per la De Filippi. E, infatti, è proprio a Maria che il cantante ha dedicato buona parte del suo enorme successo. “Perché lì rimisi in gioco, facendo una scommessa con me stesso. E andò bene. […] Tanto del mio inizio lo devo sicuramente a lei. Mi sembra passato un secolo, ma penso che la vita degli artisti vada contata come quella dei cani: un anno ne dura sette”, il passaggio riportato da kisskiss.it.
Nella stessa intervista, Irama, ha raccontato un po’ di sé e dei ritmi serrati che, spesso, gli hanno impedito di vivere appieno le relazioni sentimentali. “Anche se non sembra lavoro tantissimo. Non faccio una vacanza da quattro anni, al massimo mi concedo quattro giorni di pausa, infatti le mie ragazze mi hanno sempre odiato per questo: andavamo dall’altra parte del mondo e poi dopo 96 ore me ne dovevo già andare”.
