Dal plancton si può scoprire come l'uomo ha influito sull'ecosistema del Mar Mediterraneo: uno studio a lunga durata punta a creare un atlante ad hoc
Le attività dell’essere umano hanno influito sull’ecosistema del Mar Mediterraneo, ma per comprendere come sarà necessario attendere i risultati di uno studio condotto dalla Traversing European Coastlines (TREC) sotto la guida del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL). L’obiettivo, come riportato da Le Monde, è quello di creare un atlante degli esseri viventi che si trovano al largo delle coste europee. È la prima volta che ciò avviene in scala così ampia. Il principale alleato dei ricercatori, in tal senso, sarà il plancton, ovvero l’insieme di piccolissimi organismi e microorganismi che vengono trasportati passivamente dalle correnti e dal moto ondoso.
La spedizione partita da Roscoff, nel Finistère, ha percorso la Manica, il Baltico, il Mare del Nord e l’Atlantico, lungo le coste francesi, spagnole e portoghesi, fino a Gibilterra, riportando complessivamente più di 32.000 campioni. In due anni saranno esplorati 120 siti marini. “Siamo interessati a tutti gli organismi, ma soprattutto al fitoplancton, che produce la metà dell’ossigeno che respiriamo”, ha spiegato Yannick Schwab, capo del dipartimento di microscopia elettronica dell’EMBL.
Dal plancton si può scoprire come uomo ha influito sul Mar Mediterraneo: i risultati nel futuro
È importante considerare che per avere dei risultati soddisfacenti è necessario prendere in considerazione il plancton “puro”. È per questo motivo che il campionamento e il trasporto del materiale raccolto deve essere effettuato in maniera precisa. I tempi devono essere brevissimi, per evitare che i microrganismi si deformino o marciscano prima di arrivare sotto la lente di un microscopio. Un lavoro di cui, si spera, ne varrà la pena.
“I tempi della scienza sono molto lunghi, ci vorranno anni per conoscere i risultati di queste ricerche. Ciò intanto non dovrebbe impedirci di sensibilizzare la popolazione sull’urgenza di prestare attenzione a ciò che scarichiamo negli oceani e di rallentare lo sfruttamento eccessivo degli ambienti naturali”, ha aggiunto Yannick Schwab. Il plancton ha infatti la particolarità di adattarsi prima dell’uomo ai cambiamenti che gli vengono imposti nell’ecosistema, fino alla scala subcellulare. “In questo momento potrebbe fornire l’immagine di una bomba a orologeria”, ha concluso.
