La serie tv "Prime Target", con protagonista Leo Woodall, ricorda molto il primo film della saga di Indiana Jones
Leo Woodall è l’astro nascente del momento, la nuova icona “maschile”, il ragazzo bello ed educato che con un sorriso smagliante cambia il corso delle cose. La sua carriera ha un’accelerazione improvvisa grazie alla sua partecipazione alla seconda stagione di The White Lotus, quella ambientata in Sicilia. Poi il ruolo da protagonista in One Day, la nuova “love story” di Netflix che ha commosso milioni di telespettatori. Infine, uno scoppiettante inizio 2025 grazie alla contemporanea partecipazione all’ultimo film Bridget Jones: Un amore di ragazzo e alla miniserie Prime Target.
Prime Target ricorda molto il primo Indiana Jones, non tanto per l’ambientazione o il tono avventuroso, quanto per la struttura narrativa e il modo in cui un protagonista apparentemente estraneo all’azione si ritrova catapultato in una vicenda più grande di lui. Se il giovane Harrison Ford interpretava un archeologo che da un’aula universitaria si ritrovava in mezzo a un intrigo mondiale, Leo Woodall veste i panni di Edward Brooks, un brillante studente di matematica che, senza volerlo, si imbatte in una scoperta capace di scuotere gli equilibri globali.
Edward, infatti, sta conducendo una ricerca sui numeri primi, ignorando che la sua tesi tocca un argomento estremamente sensibile: un sistema che potrebbe decifrare i più complessi codici di sicurezza usati a livello militare, economico e diplomatico. Ben presto si trova inseguito da servizi segreti di tutto il mondo, con la CIA in prima linea, mentre l’agente Taylah Sanders (Quintessa Swindell) ha l’incarico di sorvegliarlo nell’ombra.
Come in I predatori dell’arca perduta, la svolta arriva con un reperto archeologico che si intreccia con l’enigma matematico: il suicidio del professore che segue la sua ricerca a Londra e un sito ritrovato a Baghdad, in cui un’antica iscrizione sembra richiamare proprio il problema studiato da Edward. Da quel momento, la narrazione si sdoppia tra la capitale inglese e quella irachena, in un’alternanza di azione, mistero e tensione crescente.
La relazione tra Edward e Taylah evolve in modo simile al rapporto tra Indiana Jones e Marion: inizialmente basata su diffidenza e interessi contrapposti, si trasforma in un legame di fiducia e complicità mentre il pericolo si fa più pressante. Taylah decide di proteggerlo, ribellandosi agli ordini ricevuti, e così il giovane matematico affascinante si ritrova con un’alleata inaspettata mentre il mondo intero sembra dargli la caccia.
Prime Target non è una serie eccezionale, ma è un buon prodotto che riesce a rinverdire i fasti di un genere “evergreen”, con un cast di ottima qualità e un ritmo narrativo solido. Manca forse quel guizzo ironico che rende Indiana Jones un cult assoluto, ma per chi ama le storie di inseguimenti globali, scoperte pericolose e cospirazioni internazionali, la miniserie Prime Target rappresenta una piacevole aggiunta al genere.
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