La storia di Ilaria Parimbelli, morta a 28 anni a causa di una diagnosi errata nel bergamasco: il racconto dei genitori Carlo e Sonia a I Fatti Vostri
Nel salottino di Rai 2 de I Fatti Vostri sono stati ospitati Carlo e Sonia, i genitori della 28enne Ilaria Parimbelli morta tragicamente nell’agosto del 2021 dopo due lunghissimi di sofferenza legati ad una diagnosi sbagliata e superficiale da parte di un medico del Pronto Soccorso del Policlinico San Marco di Zingonia (alle porte di Bergamo) che non permise di scoprire in tempo la gravissima patologia di cui soffriva costringendola a vivere in stato semi vegetativo: a racconta l’intera vicenda di Ilaria Parimbelli ci hanno pensato – appunto – i suoi genitori che ancora oggi a distanza di quattro anni non smettono di lottare per ottenere una qualche giustizia per una morte che – a tutti gli effetti – si sarebbe potuta facilmente evitare.
Partendo dal principio, il padre di Ilaria Parimbelli ci riporta con la mente al settembre del 2019 quando a causa della “temperatura alta”, del “vomito con schiuma a bava dalla bocca” e di vere e proprie “allucinazioni visive e uditive” la portarono d’urgenza al Policlinico.
“Erano stati fatti gli accertamenti di primo livello” e – complice anche il fatto che “nel frattempo ci fu il cambio di medico con il primo che sospettò un problema neurologico e chiese si fare degli esami di secondo livello che non sono mai stati fatti” – fu dimessa un paio di ore più tardi “con una sospetta crisi d’ansia“; e seppur per i primi giorni a casa “stava bene”, poi è arrivata “un’altra crisi” dopo la quale hanno deciso di cambiare struttura portandola all’ospedale Papa Giovanni XXIII.
I genitori di Ilaria Parimbelli: “Trascorse 40 giorni in coma e ne uscì in stato neurovegetativo”
Solamente a quel punto – interviene la mamma di Ilaria Parimbelli – “fecero gli esami che avrebbero dovuto fare la prima volta e le diagnosticarono l’encefalite erpetica dovuto all’herpes” costringendo l’allora 26enne al “coma farmacologico” per un totale di “40 giorni” nel corso dei quali “subì anche un intervento per alleviare la pressione cranica”: nonostante le scarse aspettative dei medici “tornò a casa”, anche se ormai era “invalida al 100% in stato neurovegetativo” dato che “l’herpes le aveva completamente bruciato il cervello”.
Dovendo decidere se adattare la loro vita all’invalidità di Ilaria Parimbelli o chiuderla in una RSA – spiega il padre – ovviamente decisero di “organizzarci logisticamente cambiando casa per adattarla ad un disabile“, permettendole di fare al contempo riabilitazione – che secondo Carlo “ha fatto dei miracoli” – e di godersi quegli ultimi momenti con lei: infatti – e qui torna a parlare la madre – poco dopo “mentre dormiva è subentrata una crisi epilettica” che a causa dell’accumulo di “vomito nei polmoni” ha fatto precipitare presto il quadro clinico di Ilaria Parimbelli, costringendo i genitori alla sofferta decisione di “staccare le macchine”; mentre oggi – conclude il padre – “c’è un processo in corso contro il secondo medico della prima visita accusato di omicidio colposo“.
