In seguito ad una recente dichiarazione resa dal segretario generale del sindacato OSA Polizia Antonio Porto davanti alla commissione d’inchiesta parlamentare sull’emergenza pandemica è stata rievocata la durissima immagine simbolo del covid a Bergamo che immortalò la carovana di camion militari mobilitati per trasportare fuori dal comune lombardo le bare di chi era morto nella prima (certamente durissima) fase della pandemia: secondo Porto infatti – ma ci torneremo a breve – quell’immagine simbolo del covid a Bergamo altro non era che una sorta di trovata pubblicitaria e – non a caso – recentemente il comune ha deciso di sporgere denuncia nei suoi confronti.
Partendo dal principio, lo scorso 19 novembre il sindacalista Porto davanti alla commissione d’inchiesta ragionando sul covid a Bergamo ha confessato di essersi – in quei drammatici momenti – posto una domanda: “Perché – ha chiesto – [trasportare] una bara per camion quando ce ne potevano stare anche due o tre”, aprendo all’idea che quel famosissimo convoglio militare trasportò poco meno di una decina di salme complessive (i camion erano otto), chiedendosi anche “cosa volesse portare alla popolazione quell’immagine”.
Covid a Bergamo: il comune denuncia Antonio Porto per le dichiarazioni “false e mendaci” sui camion militari
Insomma, senza dirlo direttamente secondo Porto quella drammatica fase del covid a Bergamo sarebbe stata solamente una montatura per accentuare l’idea della drammaticità pandemica: parole che hanno generate una rapidissima risposta da parte del comune deliberata un paio di giorni fa dalla giunta e già finita sui banchi della procura capitolina, nella quale le parole del sindacalista vengono definite chiaramente “false e mendaci” oltre che “tese a sostenere” che la carovana di camion militari sarebbe servita “per indurre la popolazione a prestarsi alla inoculazione del vaccino [e] per soggiogare la popolazione al lockdown“.
A sostegno delle parole della giunta ci sarebbero – spiega tra gli altri l’assessore bergamasco ai Servizi Cimiteriali Giacomo Angeloni – numerosi documenti tra foto, autorizzazioni e testimonianze dirette che proverebbero la realtà del covid a Bergamo e di quella carovana di camion grazie alla quale vennero trasportate complessivamente 73 salme dirette a Bologna, Modena e Varese perché “il nostro forno crematorio poteva gestire le cremazioni di 27 feretri” in un periodo in cui “il numero di morti era 4 volte superiore alla media”.