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Home » Esteri » Europa » Von der Leyen congela multe Ue ad aziende auto per 3 anni/ Lega: dietrofront in ritardo, lo diciamo da 5 anni

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Von der Leyen congela multe Ue ad aziende auto per 3 anni/ Lega: dietrofront in ritardo, lo diciamo da 5 anni

Niccolò Magnani
Pubblicato 3 Marzo 2025
Von der Leyen, Ue

Ursula Von der Leyen, Presidente Commissione Ue (ANSA-EPA 2025)

Von der Leyen cambia regole del Green Deal per le auto: “multe congelate per 3 anni su emissioni CO2”. L'allarme della Lega: “siete in ritardo”

L’APERTURA DI VON DER LEYEN AL SETTORE AUTOMOTIVE: TARGET INVARIATI, SI ALLUNGANO PERÒ I TEMPI PER RISPETTARLI

La nota diffusa ieri dal Partito Popolare Europeo era solo un anticipo di quanto deciso oggi ufficialmente dalla Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen, intervenuta alla riunione con i vari rappresentanti del Dialogo Strategico sull’Automotive: in vista delle rigide regole previste dal Green New Deal della precedente legislatura, l’Europa ha deciso di allungare da 1 a 3 anni il tempo richiesto per adeguarsi ai target sulle emissioni di CO2 nel settore chiave dell’auto.


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Dopo pressioni e polemiche da più parti per la «follia green» messa in campo dal binomio Timmermans-Von der Leyen nella precedente guida della Commissione Ue, Bruxelles fa un timido passo indietro, “congelando” le multe pronte a scattare per le aziende di automotive e “allungandole” fino al 2028. Con la crisi choc del settore, dovuta proprio per le politiche Ue di lotta al cambiamento climatico, un’ulteriore modifica alle regole green rappresenta un tentato venire incontro delle istituzioni europee: senza tale intervento, già da quest’anno le maxi multe sarebbero dovute essere pagate dalle industrie automobilistiche per non aver aver rispettato la drastica riduzione delle emissioni nell’anno 2025.


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Ora invece avranno 3 anni di tempo per potersi adeguare, anche se permane la regola di base contestata da opposizioni, lavoratori e imprese: «le imprese devono rispettare i propri obiettivi», spiega Von der Leyen mantenendo i target sulla CO2 identici alla precedenti regole Ue. L’obiettivo per la Commissione Ue resta il 2035 con lo stop ai motori endotermici (benzina e diesel) e con l’immissione nel mercato di soli veicoli elettrici o comunque a zero emissioni. «Serve equilibrio e pragmatismo», sottolinea la Presidente della Commissione Ue, impegnata in questi giorni anche a cambiamento drastici e immediati sulla difesa comune e il riarmo dell’intera Eurozona. I tempi sono “difficili”, ammette Von der Leyen e quindi gli obiettivi del 2025 devono essere fatti slittare, rispettando la «neutralità tecnologica» e impedendo il salasso delle sanzioni che sarebbe scattato a breve.


AUTO ELETTRICA DAL 2035/ "Ursula cede ai Verdi e fa scappare in Cina (o chiudere) le nostre imprese"


SE IL GOVERNO ITALIANO ESULTA, LA LEGA SOTTOLINEA IL RITARDO ESTREMO DEL (PARZIALE) RAVVEDIMENTO DELLA COMMISSIONE UE

Il dibattito interno nella commissione sull’automotive potrebbe però aumentare le modifiche al Green Deal anche per il prossimo futuro, come in parte ammesso dalla stessa Von der Leyen nella riunione odierna: «abbiamo concordato un nuovo incontro con i Ceo prima della pausa estiva», facendo intendere che qualcosa potrebbe ancora essere modificato sul fronte stop ai motori endotermici, definito appena ieri dal PPE come un errore e un obiettivo «irrealistico».

Batterie elettriche di produzione europea, guida autonomia e sviluppo della tecnologia ibrida sono gli altri temi affrontati nel Dialogo Strategico sull’automotive, con la leader tedesca non ancora in grado di stabilire se latte regole cadranno da qui ai prossimi mesi: molto in effetti dipende dalla spinta dei partiti di maggioranza, come visto sull’intervento PPE che in meno di 24 ore ha portato ad un drastico ravvedimento della stessa Presidente Ue. Nel frattempo, sebbene i target sulle emissioni non siano stati modificati, il Governo italiano esulta per il risultato raggiunto anche grazie alla spinta di Palazzo Chigi in questi ultimi mesi: «industria europea salvata, Von der Leyen dà ragione all’Italia», rivendica il Ministro del Made in Italy e delle Imprese, Adolfo Urso.

Di contro, da sinistra giunge un coro di indignazione per il passo indietro operato dalla Commissione Europea, specie tra i Verdi che puntano ancora alla piena conversione all’elettrico, abolendo qualsiasi utilizzo dei motori endotermici, «serve piena e buona occupazione nella transizione», lamenta il capogruppo di AVS alla Camera dei Deputati, Marco Grimaldi. Chi invece, pur lodando il dietrofront Ue, ravvisa i forti ritardi di Von der Leyen è il capodelegazione della Lega nei Patrioti per l’Europa al Parlamento Ue, Paolo Borchia.

Le multe per le aziende automobilistiche vengono sì evitate per il 2025, ma finché non si opera sul lungo periodo il problema di base non verrà mai risolto: come aggiunge ancora l’europarlamentare leghista, da anni il gruppo dei Patrioti (prima si chiamava Identità e Democrazia, ndr) prova a lanciare gli allarmi all’Europa, ma tutti finora non se ne erano curati a Bruxelles. Ora che la Commissione Ue fa continue marce indietro sulle proposte green, ecco che occorre fare un ragionamento approfondito sui prossimi scenari: «multe, Green deal, Nutriscore, immigrazione, intelligenza artificiale», Borchia mette in fila tutte le proposte della stessa Ue che in qualche modo, in pochi mesi di Von der Leyen bis, si stanno in parte “rimangiando”.

Il tema insomma è che la Lega da 5 anni va dicendo che i diktat green estremisti sono sbagliati, ma finora tutti zitti a riaffiorare il Governo europeo agli stessi partiti: la Presidente popolare, ma anche la maggioranza che l’ha sostiene (compresa Forza Italia, ndr), dove erano «quando la Lega li metteva in guardia sulle loro politiche dannose?», accusa ancora il coordinatore dei Patrioti in commissione Industria. Al più presto, come ha ricordato anche il leader della Lega Matteo Salvini nell’intervista di oggi a “La Verità”, serve superare quanto prima l’intero blocco di “eco follie anti Italia” e anti-imprese.

Tags: Ursula Von Der LeyenLega

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