Il Bando Festival di Sanremo fa discutere: le richieste milionarie, la reazione della Rai e l'apertura ai grandi broadcast come Discovery
Il Comune della Città dei Fuori ha emesso un bando per assegnare l’organizzazione per il triennio 2026-2028 del Festival di Sanremo con un’opzione di proroga biennale. Una decisione che ha fatto molto rumore tra gli addetti ai lavori e ha scosso Viale Mazzini, arrivata in anticipo rispetto alla sentenza del Consiglio di Stato che dovrà pronunciarsi sulla sentenza del Tar riguardo la gestione del marchio. L’amministrazione comunale ha scelto di procedere senza indugi per evitare ritardi operativi, garantendo così la continuità della kermesse popolare. Ma di tutto questo la Rai, sempre con un ruolo di primo piano nell’evento, era a conoscenza? Sembrerebbe proprio di no.
Sanremo mette alla prova la Rai: il bando e le richieste che fanno discutere
Nel bando del comune di Sanremo emerge un altro particolare dettaglio: il canone richiesto per il Festival che, rispetto ai 5 milioni precedenti, è stato aumentato di 1,5 milioni di euro all’anno portandolo alla cifra di 6,5 milioni, con l’aggiunta dell’1% sui ricavi pubblicitari generati dal brand del Festival di Sanremo. A rendere l’offerta ancor più impegnativa sono i numerosi eventi collaterali a carico dell’organizzatore, tra cui la trasmissione di Sanremoinfiore, un evento a scelta dell’amministrazione e la produzione di due spettacoli live, uno dei quali durante la stagione estiva.
Bando Festival di Sanremo apre alla concorrenza: Rai pensa ad alternative
L’ente in questione, dal punto vista organizzativo, dovrà garantire la partecipazione dei vincitori di Area Sanremo, coinvolgere l’Orchestra Sinfonica e occuparsi dell’installazione annuale della targa del vincitore in via Matteotti. Il Comune cosa dovrà fare? Avrà il compito coprire i costi di affitto dell’Ariston, stimati in circa 2 milioni di euro annui. Il bando non sembra favorire la TV di Stato, poiché la definizione di “operatori economici idonei” è abbastanza ampia da aprire alla concorrenza. Nei casi peggiori, la Rai sta maturando l’idea di trasferire la manifestazione altrove; naturalmente non potrà chiamarsi Festival di Sanremo, ma molto probabilmente Festival della Canzone Italiana in quanto detentore dei diritti.
