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Home » Esteri » Medio Oriente » Siria ripiomba nel caos: massacro di alawiti, bambini tra vittime/ Ma Ue condanna attacchi al nuovo governo

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Siria ripiomba nel caos: massacro di alawiti, bambini tra vittime/ Ma Ue condanna attacchi al nuovo governo

Silvana Palazzo
Pubblicato 9 Marzo 2025
Siria, militari anti-Assad

Siria, ribelli HTS a Homs dopo la cacciata di Assad (ANSA-EPA 2024)

Siria sull'orlo di una nuova guerra civile: massacro di alawiti, bambini e donne tra le vittime. L'Ue condanna attacchi al nuovo governo, silenzio su stragi

La Siria sull’orlo di una nuova guerra civile: la caccia ai fedelissimi di Assad si è trasformata in un bagno di sangue, con centinaia e centinaia di civili uccisi, anche tra bambini. Migliaia di manifestanti avevano invaso le strade per protestare contro il nuovo governo e le forze governative hanno faticato per contenere i disordini, mentre venivano diffusi avvisi a restare a casa. Le violenze sono scoppiate sulla costa mediterranea della Siria, in particolare nelle province di Latakia e Tartus, che è il cuore della minoranza alawita e un bastione del sostegno all’ex presidente, dopo che il nuovo governo ha cominciato a dare la caccia e a perseguire gli alti esponenti del regime di Assad.


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Il presidente ad interim Ahmed al-Shara ha promesso stabilità e salvaguardia dei diritti dei siriani, ma sono in corso violenze che mettono in dubbio le posizioni governative ufficiali. La situazione, dunque, è instabile e il rischio è che si aggravi. Stando a quanto riportato dal think tank americano Institute for the Study of War, finora la violenza è attribuita in gran parte a piccole cellule di lealisti di Assad, dunque non ci sarebbe ancora un’unica forza dietro gli attacchi in Siria, però un gruppo che si fa chiamare “Consiglio militare per la liberazione della Siria” ha rilasciato una dichiarazione in cui giura di rovesciare la nuova leadership del Paese.


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Tale dichiarazione, con cui è stata annunciata la nascita di questo gruppo, è stata firmata da un ex generale della Quarta Divisione d’élite del regime di Assad, guidata da Maher al-Assad, fratello di Assad. Anas Khattab, il nuovo capo dei servizi segreti siriani, sostiene che dietro le violenze ci siano ex leader militari del regime di Assad, con il sostegno di non meglio precisati “fuggitivi” fuori dal Paese.

IL BILANCIO DELLE VIOLENZE IN SIRIA

Per ristabilire l’ordine, il nuovo governo siriano ha incrementato la presenza delle forze di sicurezza nella regione, ma si parla di stragi di civili, esecuzioni sommarie. Sarebbero 532 i civili alawiti uccisi da giovedì secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, 745 nel complesso le vittime, visto che ci sarebbero anche 93 membri delle forze di sicurezza governative e 120 miliziani filo-Assad.


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Per l’Osservatorio, però, ci sarebbero ancora rastrellamenti di civili e seppellimenti degli stessi in fosse comuni, infatti Associated Press riporta che i morti possano essere più di mille. Si parla di attacchi indiscriminati, bambini massacrati, rapimenti di donne. Più che parlare di una battaglia tra nuovo governo e precedente regime, c’è chi parla di un “genocidio degli alawiti e delle altre minoranze“.

UE IN SILENZIO SU STRAGI, FRANCIA LE CONDANNA

Il rischio è che la situazione precipiti, eppure i sostenitori del nuovo governo, come Qatar, Arabia Saudita e Turchia, mettono in guardia dalle conseguenze di ulteriori disordini. Anche l’Unione europea ha condannato fermamente i recenti attacchi contro il governo e il tentativo di minarne la stabilità e le prospettive di una transizione pacifica e duratura, invitando a rispettare la sovranità e integrità territoriale del Paese, mentre per quanto riguarda i civili si limita a parlare di protezione “in ogni circostanza nel pieno rispetto del diritto umanitario internazionale“.

Non una parola sulle stragi in corso. La Francia si distingue invece tra le voci delle ultime ore per la sua condanna “con la massima fermezza” alle “atrocità commesse contro i civili su base settaria e contro i prigionieri” in Siria. Nel comunicato, il ministero degli Esteri francese “invita le autorità siriane ad interim a garantire che indagini indipendenti possano fare piena luce su questi crimini e che i responsabili siano condannati“.

Si è alzata anche la voce dei patriarchi delle Chiese di Damasco, che in una dichiarazione congiunta hanno condannato i massacri e l’escalation di violenza contro i civili, lanciando un appello affinché finiscano “questi atti orribili” e si cerchi una soluzione pacifica. Il patriarca greco-ortodosso John X, quello melchita cattolico Youssef Absi e quello siriaco ortodosso Mor Ignatius Aphrem II hanno anche chiesto che vengano poste le condizioni per la “riconciliazione nazionale del popolo siriano“.

Nel frattempo, vengono revocate altre sanzioni alla Siria: il Regno Unito, infatti, ne ha ritirate su 24 entità siriane, tra cui la banca centrale. Una mossa ritenuta storica alla luce della crisi economica siriana. La Gran Bretagna è diventata il primo paese a scongelare tutti i beni della Banca centrale siriana.


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