Con l'imminente arrivo del nuovo ISEE si apre la partita sulle 2 milioni di DUS da rifare: il costo rischia di ricadere interamente sui contribuenti
Con l’auspicata – ed ancora imminente – entrata in vigore del nuovo ISEE dal quale è stato rimosso il valore dei titoli di stato si apre ad un nuovo (potenzialmente piccolo) caos normativo che rischia di pesare sulle tasche dei contribuenti costretti – peraltro per ragioni soprattutto economiche – e richiedere una nuova DSU dopo averla già fatta ad inizio anno per accedere ai vari bonus: il rischio è che saranno proprio i contribuenti a dover pagare la seconda DSU per l’ISEE dato che da normativa i Caf sono tenuti a coprire solamente – salvo errori non imputabili al cittadino – i costi della prima dichiarazione annualmente presentata.
Partendo dal principio, è bene ricordare che di fatto la novità più importante del nuovo ISEE è che dal computo della condizione economica del contribuente sono stati esclusi integralmente i titoli di stato, i buoni fruttiferi e i libretti risparmi con un beneficio soprattutto per quelle famiglie che richiedono – tra le altre agevolazioni – l’Assegno unico e che rischiavano di vedersi decurtata la cifra a causa dei risparmi sotto forma di BTP; mentre sulle tempistiche sappiamo che la DSU aggiornata sarà disponibile non prima di aprile, ovvero 30 giorni dopo la pubblicazione in Gazzetta del Dpcm.
Il caos del nuovo ISEE: circa 2 milioni di contribuenti potrebbero dover pagare di tasca propria il ricalcolo delle DSU
Oltre all’ovvio beneficio per tutti i contribuenti dal nuovo ISEE – però – è innegabile che ora vada sciolto anche il nodo delle spese a carico di coloro che hanno già richiesto la DSU ad inizio anno per accedere (appunto) all’Assegno unico: secondo una stima fatta dal presidente della Consulta nazionale dei Caf Giovanni Angileri risulta che circa il 35% di chi ha già presentato l’ISEE potrebbe necessitare della revisione permessa dal Dpcm, che tradotto in numeri potrebbe ammontare a qualcosa come 2 milioni di DSU secondo una stima che ci dice che ad aprile saranno almeno 7 milioni quelle complessivamente presentate.
Il punto – accennavamo già prima – è che oltre all’ovvio lavoro aggiuntivo per gli spesso già oberati Caf, c’è anche una questione economica dato che senza precisazioni e – soprattutto – senza fondi aggiuntivi stanziati dall’Inps che chiederà la revisione dell’ISEE potrebbe trovarsi a pagare di tasca propria fino a 25 euro; e mentre da norma è previsto il fatto che le DSU già presentate saranno valide per tutta la loro naturale durata, chi ha bisogno del ricalcolo difficilmente attenderà fino all’anno prossimo con la conseguenza di vedersi decurtati gli spettanti benefici economici.
