La trasmissione 'Detectives' tornerà ad occuparsi della morte di Manuela Murgia: a 30 anni di distanza non si sa ancora cosa sia successo alla 16enne
A ‘Detectives – Casi risolti ed irrisolti‘ questa sera si tornerà a palare del caso di Manuela Murgia che da poco più di 30 anni non ha mai avuto una spiegazione chiara e in grado di soddisfare la famiglia, con gli inquirenti che propendono da sempre per l’ipotesi che la 16enne si sia volontariamente tolta la vita e i familiari che negano fermamente – suffragati anche da alcune lacune che dopo vedremo assieme – che avrebbe mai fatto una scelta del genere: sulla morte di Manuela Murgia – tuttavia – il fascicolo è stato recentemente riaperto con una perizia che ha ulteriormente avvalorato la tesi della famiglia smentendo (forse definitivamente) il suicidio più volte ipotizzato.
Partendo dal principio, prima di arrivare a lacune e dubbi è bene ricordare che l’intero caso risale al 4 febbraio del 1995 quando la 16enne Manuela Murgia uscì improvvisamente dalla sua abitazione dopo aver ricevuto una telefonata il cui interlocutore non fu mai chiarito: quella fu l’ultima volta che venne vista in vita dato che il giorno successivo un passante notò per caso un corpo nella gola sarda di Tuvixeddu lanciando immediatamente l’allarme e permettendo nell’arco di poche ore di identificarlo come appartenente alla 16enne.
Tutti i dubbi e i misteri sulla morte della 16enne Manuela Murgia: cos’è successo e l’ultima recentissima inchiesta
Da subito il caso di Manuela Murgia venne trattato come un presunto omicidio, ma tra il fatto che l’autopsia non riuscì veramente a definire quale fosse la causa della morte e il fatto che tutti i testimoni sentiti dagli inquirenti non aiutarono a far luce su eventuali ipotesi delittuose; si passò presto all’ipotesi del suicidio che fino a poco fa era la più credibile: grazie alla battaglia estenunate della famiglia il fascicolo è stato riaperto e da una nuova autopsia sono emersi – non pochi – aspetti dubbi sulla morte della ragazza.
Fermo restando che da 30 anni a questa parte la famiglia di Manuela Murgia ha sempre ribadito che la ragazza non potesse né conoscere né raggiungere autonomamente la gola di Tuvixeddu; tra i tanti dubbi quello che emerge più a gran voce è il fatto che sul corpo fossero presenti graffi e lividi imputabili all’azione di persone terze e non ad una caduta – accidentale o volontaria che sia -, oltre al fatto che la cintura della ragazza era stata tagliata di netto e che i suoi indumenti erano praticamente puliti ed integri: secondo l’ultima indagine aperta poche settimane fa, l’ipotesi è che sia stata – anche qui, accidentalmente o volontariamente – investita da un auto e poi gettata nella scarpata per simularne un suicidio.
