La devozione nella Madonna Madre di Dio per San Giovanni Paolo II: il "totalmente tuo", la protezione durante l'attentato, la storia di amore e fede
L’AFFIDAMENTO “TOTALE” DI SAN GIOVANNI PAOLO II ALLA MADRE DI DIO: IL SIGNIFICATO DEL “TOTUS TUUS”
“Totus Tuus ego sum”: inizia così il testamento spirituale di Papa Giovanni Paolo II, scritto 5 anni prima della morte poi sopraggiunta esattamente 20 anni fa, il 2 aprile 2005. E l’intero Pontificato del Santo polacco Karol Wojtyla potrebbe riassumersi solo in quelle due parole latine iniziali, che è poi il motto scelto dal Santo Padre fin dall’inizio del suo Pontificato il 22 ottobre 1978: «sono totalmente tuo», così San Giovanni Paolo II confermava la sua profonda devozione per la Madonna Madre di Dio, traendo ispirazione dalla preghiera latina di San Luigi Maria Grigion de Montfort.
Quando ancora era un giovane seminarista in Polonia, il giovane Wojtyla riconobbe in quella locuzione l’insieme della fede cristiana più semplice e profonda: la pietà e umiltà nel farsi “piccolo” davanti alla grandezza di Maria e del Signore Suo Figlio, la devozione e il mistero profondo della Santissima Trinità. Un motto, quel “Totus Tuus” ricordato al funerale di Wojtyla dall’amico e suo successore al Soglio Pontificio, l’allora Cardinale Ratzinger: la devozione mariana di Giovanni Paolo II segue duemila anni dopo quel “seguimi” detto da Gesù a Pietro, una storia tutta cristiana di amore, fedeltà e amicizia, «È diventato una sola cosa con Cristo, il buon pastore che ama le sue pecore».
WOTYLA, L’ATTENTATO E LA MADONNA DI FATIMA: UN STORIA DI AMORE E DI FEDE
Nel suo testamento Papa Giovanni Paolo II riconosceva la Madonna come piena «Madre della mia Speranza», affidandosi completamente dopo averne incarnato la fede lungo tutto i 27 anni di Pontificato che cambiarono per sempre la storia della Chiesa (e non solo). È una vita donata e dedicata alla verità e all’amore di Maria, quella testimoniata da San Giovanni Paolo II nella seconda parte del Novecento: «Maria è via privilegiata al Cristo, di cui fu figlia e madre», una via di speranza e fede, una via che tutti possono sperimentare proprio attraverso l’amore materno e filiale.
Non è un caso che è proprio in relazione alla fede mariana nell’esperienza di Fatima che cambiò per sempre l’esistenza di Wojtyla nel suo momento più drammatico: quando in Piazza San Pietro il 13 maggio 1981 Ali Agca sparò contro il Santo Padre, il mondo si fermò per ore temendo il peggio. In punto di morte, San Giovanni Paolo II venne operato all’ospedale Gemelli di Roma per diverse ore consecutive riuscendo alla fine a sopravvivere: «grazie alla Sua mano materna», ebbe a riconoscere il Pontefice polacco riferendosi al salvataggio misterioso della Madonna di Fatima che arrivò, inspiegabilmente, a “deviare” la traiettoria dei proiettili spari a brevissima distanza.
«A Te Maria ripeto: “Totus tuus ego sum”», lo ribadì ancora Giovanni Paolo II nel primo intervento al Regina Coeli appena 5 giorni dopo l’attentato: il 13 maggio, data della sparatoria choc in Vaticano, era l’anniversario della prima apparizione della Madonna a Fatima davanti ai pastorelli Lucia, Francesco e Giacinta. Ed è dunque sempre Maria ad aver protetto quel suo figlio così importante e così devoto, che non si arrese al dolore e alla rabbia per l’attentato, ma andò a perdonare il suo carnefice oltre a proseguire il Pontificato ancora per altri due decenni.
Pellegrino più volte a Fatima, San Giovanni Paolo II incontrò Suor Lucia e arrivò a rendere pubblico il Terzo Segreto nell’anno giubilare del 2000 che a proprio riferimento ad un “vescovo vestito di bianco” vittima di un attacco. Rimase il “mistero” sulla reale interpretazione del segreto, che non toglie però nulla del valore centrale della Provvidenza che conduce il destino e l’umanità, pur salvaguardando sempre la libertà della persona.
Come ebbe a scrivere Wojtyla nel libro “Memoria e Identità”, «ho sentito che la straordinaria protezione materna e attenta si rivelò essere più forte del proiettile mortale». Un Papa salvato da Maria per poter continuare a testimoniare la fede, a raccontare con la propria vita come Cristo trionfi sempre sul male e sulle violenze, sulle ideologie e le contraddizioni. Sempre, perennemente, rimanendo “suo totalmente”.
