Francesco Schettino rinuncia alla semilibertà per mancanza di lavoro: il tribunale archivia l’istanza, ma resta possibile una nuova richiesta
Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia condannato a 16 anni di reclusione per il naufragio del 2012, ha ufficialmente rinunciato alla richiesta di semilibertà: la decisione è stata comunicata dal suo nuovo legale, l’avvocata Francesca Carnicelli, e formalizzata presso il Tribunale di Sorveglianza di Roma.
A motivare la drastica scelta dell’ex comandante, l’emergente indisponibilità dell’offerta lavorativa su cui si basava l’istanza di misura alternativa alla detenzione: si trattava di un incarico proposto dall’associazione “Seconda Chance”, che avrebbe previsto la digitalizzazione di documenti storici presso la Fabbrica di San Pietro in Vaticano.
Il comandante della Costa Concordia, che già all’interno del carcere di Rebibbia svolge mansioni lavorative analoghe, si sarebbe occupato della catalogazione di materiali d’archivio, come nel caso dei fascicoli legati al caso Moro e alla strage di Ustica, ma, in seguito alla rinuncia, il tribunale ha dichiarato il “non luogo a provvedere” per assenza di interesse.
Resta comunque aperta la possibilità, secondo la sua difesa, di avanzare nuovamente la richiesta qualora dovesse presentare una nuova opportunità lavorativa compatibile con quelli che sono i requisiti previsti.
Francesco Schettino resta in carcere, ma potrà presentare una nuova istanza
Francesco Schettino è attualmente un detenuto presso il carcere romano di Rebibbia e ha già superato la metà della pena, condizione necessaria e obbligatoria per l’accesso a misure alternative.
La semilibertà, prevista dal codice penale italiano per i detenuti che dimostrano di aver esercitato una buona condotta e per i quali esiste un progetto pratico di reinserimento alla comunità, è stata – in un primo momento – valutata sulla base dell’incarico lavorativo proposto dall’associazione “Seconda Chance”, ma, in seguito alla perdita della mansione professionale, l’ex comandante ha deciso di sospendere del tutto la pratica.
Al momento, Schettino beneficia di alcuni permessi premio già concessi in passato, ma non uscirà ogni giorno dal carcere come invece previsto dallo stato di semilibertà. La rinuncia non determina, però, effetti permanenti: il legale ha confermato che l’istanza potrà essere ripresentata in futuro, nell’eventualità in cui si verifichino nuove condizioni lavorative idonee che rispecchino i parametri richiesti.
Ricordiamo che l’ex capitano e era stato condannato in via definitiva nel 2017 per omicidio colposo plurimo, lesioni personali, naufragio colposo e abbandono della nave, dopo il disastro della Costa Concordia avvenuto al largo dell’Isola del Giglio nella notte del 13 gennaio 2012, in cui morirono 32 persone.
La decisione di restare dentro le mura del carcere – scelta che ha sollevato non pochi dubbi e perplessità – dà l’impressione che, in fondo, nessuna offerta lavorativa potrebbe davvero rappresentare una via d’uscita per lui e, anche se la rinuncia non preclude la possibilità di future istanze, s’insinua comunque il dubbio su quanto possa davvero cambiare la sua situazione in futuro.
