Gli effetti sul taglio del cuneo fiscale dovrebbero garantire degli aumenti degli stipendi statali per il 2025, ma ad oggi nessuna traccia.
Gli impiegati pubblici in attesa dell’aumento dei loro stipendi statali 2025 (ricordiamo grazie al taglio del cuneo fiscale), dovranno attendere ancora un po’. Non saranno né aprile e né maggio le mensilità in cui verrà incrementato il salario mensile, bensì fine giugno.
Il problema è causato al ritardo di NoiPa, il quale non ha ancora aggiornato i programmi informatici che tengono conto del taglio del cuneo fiscale, che dal 1° gennaio di quest’anno ha sostituito il vecchio sistema di decontribuzione a favore degli impiegati pubblici.
Stipendi statali 2025 senza aumento post taglio del cuneo
I sindacati sono pronti a far “guerra”. Secondo Cisl Fp, non aumentare gli stipendi statali nel 2025 dopo aver approvato il taglio del cuneo fiscale è inconcepibile, così com’è assurdo che i lavoratori attendono da più di 4 mesi e senza neanche conoscere le reali tempistiche per regolarizzare i conteggi (inclusivi di arretrati dal mese di gennaio di quest’anno).
Alle proteste di Cisl si accodano altri sindacati come Confsal Unsa e Confintesa Fp, chiedendo delle spiegazioni reali e sincere al Ministero dell’Economia e delle Finanze, “complice” almeno in parte, di non aver espresso esplicitamente i motivi delle incompletezze dei cedolini degli impiegati statali.
Un aspetto decisamente delicato, anche a fronte della recente campagna elettorale e dei lavoratori subordinati che dovranno – entro questa settimana – firmare i rinnovi delle rappresentanze. Uil e Cgil ad esempio, hanno stabilito in comune accordo, di non apporre alcuna firma.
A non contemplare il ritardo anche Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica amministrazione, che fino all’ultimo avrebbe impiegato sforzi ed energie per siglare rinnovi delle rappresentanze dei sindacati, vanificando lo sforzo.
Un extra fino a 100€ al mese
Gli stipendi statali almeno ad aprile 2025 avrebbero potuto avere un incremento di circa 70€ o 100€, purché l’ultimo ISEE risultava entro 35.000€. Il taglio del cuneo fiscale prevede un aumento netto in busta paga grazie all’esenzione della quota contributiva che verrebbe afflitta al lavoratore.
Invece su un reddito entro 20.000€ la percentuale varia in proporzione a quanto dichiarato. Ad esempio fino a 8.500€ lo sgravio sarebbe del 7% circa, mentre scenderebbe a 4,8% su redditi compresi tra 15.000€ e 20.000€.
