Un amico di Mark Samson racconta i giorni dopo l'omicidio di Ilaria Sula, sostenendo che il killer viaggiasse per Roma con il cadavere in auto
Con le indagini sulla morte di Ilaria Sula che procedono serratissime e sembrano avvalorare sempre di più la tesi che sembra ormai “granitica” – così la definiscono gli inquirenti – della responsabilità del reo confesso Mark Samson, emergono sempre più dettagli sulla quella figura apparentemente innocua e cordiale del 23enne filippino e tra questi in particolare qualcosa – ed è tanto – da dire sembra averlo l’amico coetaneo Maher che in compagnia dell’assassino ha trascorso parecchio tempo nei giorni dopo l’omicidio di Ilaria Sula: giorni – riferisce citato dal Messaggero – nei quali diede alcuni campanelli d’allarme, purtroppo non tali da evitare la morte della ragazza o la scoperta di quella che era l’amara verità.
Il racconto dell’amico di Mark Samson – che in più occasioni ci tiene a definirlo un vero e proprio “mostro” e a ribadire che “non c’entro nulla” con l’accaduto – parte proprio dal giorno immediatamente successivo all’omicidio di Ilaria Sula: è il 27 marzo e si incontrano in zona Pantheon, con Maher che da subito nota che “aveva la mano gonfia, rossa e dolorante“, imputandola ad una rissa con “due ragazzi, sotto casa di Ilaria”; mentre seppur in un primo momento fosse effettivamente “pensieroso” si è presto sciolto al punto che “abbiamo (..) rimorchiato due turiste” con le quali sono rimasti “fino alla tre del mattino”.
Dopo i drink e gli svaghi in zona Pantheon sono andati a mangiare un kebab e lì la prima stranezza di Mark Samson: “Gli ho proposto – racconta l’amico – di lasciare la macchina lì e tornare assieme”, ma il 23enne si sarebbe fermamente “opposto” al punto che sembrava non volerla “lasciare (..) nemmeno per un minuto” con il terribile dubbio – alimentato dopo la confessione – che nel bagagliaio “ci fosse il cadavere di Ilaria“.
L’amico di Mark Samson: “Continuava a dire di avere paura della polizia, non capivo il perché”
Tornando poi indietro con la mente fino ai giorni e alle settimane prima dell’omicidio di Ilaria Sula, l’amico – che è un vero e proprio fiume in piena – ricorda che la rottura per Mark Samson è stata particolarmente dura al punto che “non riusciva ad accettare la fine” arrivando anche a seguire l’ex durante le sue uscite con le amiche, definendolo letteralmente “ossessionato”; mentre tornando nuovamente avanti – questa volta al 31 marzo, giorno della denuncia da parte dei genitori della povera vittima – ricorda che il 23enne visibilmente turbato bluffò raccontando che secondo lui “fosse scappata con qualcuno conosciuto in chat“.
Nelle ore successive – conclude l’amico – Mark Samson gli fece addirittura vedere una lettera che la stessa Ilaria Sula gli aveva recapitato, scritta con un linguaggio strano e nella quale “diceva che voleva andarsene e che lo amava”; mentre dopo la confessione e l’arresto Maher sostiene di aver ricollegato tutti i punti strani di quei complessi giorni, e soprattutto di aver dato una spiegazione a quella frase ripetuta più volte il 31 marzo, con la quale il 23enne sosteneva di avere – per ragioni prima inspiegabili – “paura della polizia“.
