La bozza del documento UE sui Paesi sicuri: tra i 7 anche Egitto e Bangladesh, ‘smontando’ la decisione del Tribunale di Roma. Al via protocollo Albania
I 7 PAESI SICURI PER LA COMMISSIONE UE: PRONTA LA BOZZA, NOVITÀ IMPORTANTI PER L’ITALIA
Letti tutti di seguito sembrano non avere particolare importanza a livello politico, eppure i 7 “Paesi sicuri” indicati dalla bozza della Commissione UE potrebbero avere un valore primario per la situazione pendente in Italia tra il Governo Meloni e il Tribunale di Roma circa il decreto “Albania” dello scorso ottobre 2024, “disapplicato” dai giudici in attesa della sentenza della Corte di Giustizia Europea. Ora, stante il pronunciamento delle conclusioni del procuratore dettate lo scorso 10 aprile 2025 dalla Corte con sede in Lussemburgo, la bozza del documento in mano alla Commissione Von der Leyen indica Egitto e Bangladesh come “Paesi sicuri”, esattamente quelli che causarono il ricorso contro il decreto del Governo sul rimpatrio dei migranti irregolari.
Secondo quanto trapela dall’Agenzia ANSA, i 7 Stati designati dalla Commissione UE con lo status di “Paesi sicuri” nella lista preparata e consegnata nelle prossime ore ai 27 membri europei vedrebbero, oltre a Egitto e Bangladesh, anche la Tunisia, il Marocco, l’India, il Kosovo e la Colombia. Nel Decreto “Paesi sicuri” pubblicato dal Governo Meloni lo scorso autunno si aveva una lista di 19 Stati considerati sostanzialmente sicuri per provvedere al rimpatrio dei cittadini irregolari entrati in territorio italiano, e che in origine rappresentavano le istanze dei vari migranti inviati nei Cpr in Albania per provvedere ai medesimi rimpatri.
IL DECRETO ALBANIA È APPLICABILE: COSA PUÒ SUCCEDERE ORA SUL RIMPATRIO DEI MIGRANTI
Il tema chiave è il fatto che per i cittadini di Stati considerati “sicuri” è previsto un esame prioritario delle domande di protezione internazionale e asilo, accelerando la pratica ed eventualmente provvedendo alla conseguente espulsione. Nei vari ricorsi presentati, giunti poi alla Corte di Giustizia UE, si faceva esplicito riferimento agli Stati di Bangladesh ed Egitto come potenzialmente pericolosi per i migranti identificati col decreto di rimpatrio.
Il Tribunale di Roma, disapplicando il decreto del Governo (che conteneva Egitto e Bangladesh come Paesi sicuri) rimandò il tutto alla decisione della Corte europea. Che però ora ha risposto, dando il via libera alla Commissione che già si era espressa favorevolmente allo strumento dei Paesi terzi per sostenere il complesso iter di rimpatrio degli irregolari.
Dopo le conclusioni della Corte di Giustizia UE – in attesa della sentenza in arrivo definitivamente ad inizio giugno 2025 – il Decreto Albania del Governo Meloni risulta sostanzialmente applicabile: l’unico avvertimento dato dall’avvocatura della Corte è quella di una possibile valutazione finale dei giudici su eventuali casi di rimpatrio, solo però in alcuni casi limite specifici. In questi giorni si sta riattivando il trasferimento di alcuni migranti verso il porto di Shengjin dando finalmente il via al percorso previsto dall’accordo Italia-Albania siglato dai Governi Meloni e Rama: il tutto in attesa che la Commissione Europea applichi definitivamente il documento sui Paesi sicuri, e ovviamente in attesa anche della sentenza della Corte di Giustizia Europea.
