Stefani (Liga Veneta) replica ai sondaggi sul 25 aprile: “la Lega è contro il fascismo”. Le manovre verso le Regionali Veneto tra Pd e Centrodestra
25 APRILE, IL SONDAGGIO SULL’ANTIFASCISMO E IL DATO SULLA LEGA: LA REPLICA DI ROMEO E STEFANI, “SIAMO PER IL POPOLO, ALTRO CHE FASCISMO”
Alla vigilia delle celebrazioni sul 25 aprile 2025, nel pieno delle polemiche della sinistra contro il Governo Meloni (per aver disposto 5 giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco), uno dei sondaggi prodotti da Demos per “Osservatorio sul Nord Est”, pubblicato da “Il Gazzettino”, mostra alcuni dati rilevanti sugli orientamenti degli elettori sul tema “antifascismo”. Letto a livello superficiale, il sondaggio sembrerebbe esprimere per Lega e FdI una fetta di cittadini elettori pronti a dirsi “fascisti”: in realtà il tema da approfondire è quello che pone la differenza tra l’essere contro il fascismo e l’essere “antifascista” nel senso inteso dalle istanze della sinistra odierna.
Proprio su questo verte la “risposta” data dai membri del Carroccio alle sempiterne accuse di essere ideologicamente affini alla dittatura di Benito Mussolini: i sondaggi Demos sulle Regioni del Nord-Est esprimono infatti un 87% di elettori che si dicono “antifascisti” mentre il 13% si dice più vicino all’orientamento fascista. In quella piccola fetta, vi sarebbero un 46% di elettori Lega, 22% FdI, 15% Forza Italia. «La Lega è un partito antifascista che nasce per il popolo», sottolinea Alberto Stefani, vicesegretario del Carroccio e anche segretario della Liga Veneta.
Secondo il potenziale “erede” del Governatore uscente Luca Zaia, il termine “antifascista” negli anni è stato assimilata al concetto di “comunista” o di “sinistra estrema” e si spiega così quel 46% di elettori contrari all’orientamento spinto verso l’antifascismo moderno. Per l’assessore leghista in Veneto, Roberto Marcato, la sinistra negli anni ha mostrato una supponenza ideologica che vedeva l’equivalenza tra «essere di destra e l’essere fascista, costringendo molti a dirsi anti-antifascisti». La Lega è nata e resta un partito democratico contro le dittature, compreso il fascismo, «per la libertà dei territori e per il popolo, contro ogni fascismo».
SONDAGGI SUI CANDIDATI ALLE REGIONALI, REBUS LEGA E CAOS PD: ECCO GLI SCENARI
Rimanendo sul fronte sondaggi, il Veneto negli ultimi giorni si trova ad affrontare tematiche molto più a lungo termine e profonde della (sterile) discussione sul 25 aprile e i “fascismi”: entro fine anno si rinnoverà il Consiglio Regionale e il Presidente, con la bocciatura della Corte Costituzionale ad ogni possibilità di terzo mandato per i Governatori nelle Regioni a statuto ordinario.
Luca Zaia a questo punto si troverebbe senza la possibilità di perseguire la battaglia per l’autonomia differenziata, arrivata ormai alla conclusione e applicazione ultima: secondo le fonti del “Gazzettino”, la Lega avrebbe commissionato un altro sondaggio per capire l’orientamento degli elettori in merito al futuro di Zaia e dello stesso Centrodestra in vista delle prossime Elezioni. Due le ipotesi principali per il tre volte Governatore in Veneto: o un ruolo di prestigio a livello nazionale, oppure la candidatura come prossimo candidato a consigliere semplice in tutte le 7 province venete.
In questo secondo caso però il tema sarebbe più di convenienza politica con gli alleati che già dovrebbero accettare il candidato Governatore in quota Lega e potrebbero invece obiettare sul ruolo nel prossimo Consiglio Regionale di un altro big del Carroccio. Ben più interessante è però il dato che emerge da questi sondaggi “segreti” commissionati dalla Lega e citati dal quotidiano veneto: ad oggi sarebbe Alberto Stefani, leader della Liga Veneta e vice di Salvini nella Segreteria Federale, il nome preferito dagli elettori per i “papabili” Governatori in casa Centrodestra.
Resta infine il caos nel campo opposto, dove ancora manca un’indicazione di nome per provare l’impresa semi-impossibile di battere un candidato filo-Zaia in Veneto: a complicare i piani l’uscita di scena di un possibile candidato come Achille Variati, ex sottosegretario al Ministero degli Interni di tradizione Dem. In casa Pd l’annuncio è stato dato dal segretario regionale Andrea Martella che conferma come non sarà Variati il candidato del Centrosinistra alle Regionali Veneto 2025. Il problema è che si tratta dell’ennesimo “niet” arrivato nel campo largo dopo il senatore Crisanti, il sindaco di Verona Tommasi (ex centrocampista della Roma), così come il sindaco d Padova Giordani, di Vicenza Possamai e pure l’immunologa Antonella Viola.
