La rapina del secolo alla Brink's Securmark di Roma, i misteri del falsario Tony Chichiarelli e gli intrecci tra malavita, terrorismo e politica
Il 24 marzo del 1984 a Roma, avvenne quella che è ancora oggi ricordata come “La rapina del secolo” un colpo da 35 miliardi di lire alla Brink’s Securmark, deposito di valori sulla Via Aurelia, nel quale una gang, che si scoprì poi essere guidata dal falsario Tony Chichiarelli, si introdusse per prelevare denaro, riuscendo nell’impresa con successo dopo aver tenuto in ostaggio tre dipendenti della società. Le indagini del caso di cui parlerà anche la trasmissione Cose Nostre, scoprirono una fitta rete di intrecci che passava attraverso la malavita romana, tra cui spiccava la banda della Magliana, e le vicende storiche dell’epoca, con coinvolgimenti in altri misteri, come il rapimento di Aldo Moro, il delitto Pecorelli e i falsi comunicati delle Brigate Rosse.
Lo scenario infatti era quello degli scontri politici tra il Pci e Bettino Craxi, in cui si inserì la rapina proprio nello stesso giorno della grande manifestazione popolare di protesta contro i tagli del governo. La sera precedente, il 23 marzo, una banda composta da 4 uomini a volto coperto, preleva la guardia giurata Franco Parsi, che verrò costretto poi ad aprire con le chiavi il caveau, dal quale vennero rubati diversi valori inseriti in sacchi, tra cui lingotti d’oro, traveller’s cheque , oggetti preziosi e denaro in contante. Un bottino che venne definito il giorno successivo da tutti i giornali come “un assoluto record“.
Tony Chichiarelli, la rapina del secolo alla Brink’s di Roma e i falsi comunicati delle Br
Nella vicenda della rapina del secolo alla Brink’s Securmark di Roma, emerge la figura di Tony Chichiarelli, un personaggio che fino a quel momento era rimasto nell’ombra ma che poi si scoprì legato agli ambienti della malavita e del terrorismo e che fu collegato a numerosi casi dell’epoca tra i quali anche il rapimento di Aldo Moro. Gli investigatori che si occuparono del furto infatti, parlarono subito di una gang che non poteva essere costituita da un gruppetto di sprovveduti criminali, ma sicuramente con contatti importanti. Chichiarelli, per depistare le indagini, diffuse due distinti comunicati, di rivendicazione da parte delle Br che affermavano nel primo di aver “Preso 50 miliardi da una banca sindoniana“. Messaggio che per evidenti errori non fu ritenuto credibile, ma che servì per deviare l’attenzione.
Nel successivo: “Abbiamo asportato capitali delle multinazionali sindoniane, più un consistente numero di armi e giubbetti anti-proiettile“. Per mesi le indagini non portarono ad alcun risultato fino a quando, un ragazzo tossicodipendente si offrì di collaborare in cambio di una ricompensa e fornì una ricostruzione dettagliata facendo il nome di Tony Chichiarelli. Il falsario però nel frattempo era stato ucciso in un agguato mentre era in auto con la moglie ed il figlio di 20 mesi. Più tardi si scoprì che fu proprio lui a scrivere il falso comunicato delle Br che informavano dell’esecuzione di Aldo Moro mediante “suicidio” nel lago Duchessa.
