L'INPS potrebbe gestire il TFR come fondo pensione 2025 e superare i limiti di anticipo e uscita dal lavoro.
L’INPS starebbe valutando di accantonare e gestire il TFR per garantire un fondo pensionistico 2025 e, per gli anni a seguire, più roseo ma soprattutto “sicuro”. I problemi strutturali nel nostro Bel Paese sono evidenti, e a dimostrarlo è lo sbilancio netto tra pensionati e lavoratori senior ancora attivi.
Negli ultimi tempi sono state formulate delle proposte al fine di raggiungere il 100% della retribuzione con investimenti specifici per garantirsi un cedolino previdenziale migliore. Secondo un’indagine dell’Eurostat, tra 45 anni potremmo ritrovarci a dipendere da oltre il 65% di anziani (rispetto al 59% degli altri Paesi europei).
TFR come fondo pensionistico 2025 in gestione INPS
L’idea di accantonare il TFR come fondo pensionistico 2025 nasce da Claudio Durigon, sottosegretario per il lavoro, che la reputa una misura essenziale per assicurare ai lavoratori – in un futuro – una integrazione economica sul cedolino oppure un’opzione per ritirarsi anticipatamente dal lavoro.
Il funzionamento del “Trattamento di Fine Rapporto” resterà invariato rispetto a quello odierno, con la differenza che la gestione non sarà più a carico dell’impresa, bensì delle casse previdenziali. In questo modo si attenuerebbe anche il problema del “minimo sociale”.
Durigon ricorda che è possibile ritirarsi anticipatamente dal lavoro, a patto che l’assegno sociale equivalga ad almeno 3 volte il trattamento minimo, e questo ostacolo verrebbe superato proprio grazie al fondo TFR gestito dall’INPS.
I limiti del fondo TFR
Destinare il TFR a un fondo pensionistico significherebbe comunque rinunciare a qualcosa. Ad esempio, i lavoratori non potrebbero richiedere anticipatamente parte del trattamento per soddisfare le proprie esigenze (come invece è possibile fare oggi).
Se è pur vero che, con questa modalità, il TFR resterebbe una dotazione del lavoratore, lo stesso non si potrebbe dire per la sua amministrazione. Infatti, in questo modo, i soldi potrebbero essere erogati soltanto per un’uscita anticipata oppure come integrazione al reddito del cedolino di pensionamento futuro.
Gabriele Fava, presidente dell’INPS, insiste tuttavia a far aderire i giovani ai fondi pensione complementari, suggerendo loro una strategia di accumulazione a lungo termine per una pensione migliore e anche più elevata.
Se la prossima legge di Bilancio deciderà di lasciare il TFR come fondo pensionistico a carico dell’INPS, non si potrebbe più considerare il trattamento di fine rapporto come una risorsa flessibile e adatta alle “urgenze”.
