Vescovo di Qamishlie e nunzio in Siria: “corpo di Padre Paolo Dall'Oglio trovato morto in una fossa a Raqqa". Per la sorella è potrebbe essere una fake news
L’ANNUNCIO DEL VESCOVO DI QAMISHLIE E LA CONFERMA DEL NUNZIO APOSTOLICO: FORSE RITROVATO MORTO PADRE PAOLO DALL’OGLIO
La notizia che da anni non avremmo mai voluto comunicare: Padre Paolo Dall’Oglio sarebbe stato ritrovato morto in una fossa comune a Raqqa, in Siria, e sono in corso le verifiche sul suo corpo per conferma. A comunicarlo è stato il vescovo di Qamishlie Mons. Ignazio Afram II Karim al settimanale “Oggi”: «hanno trovato il corpo di padre Paolo Dall’Oglio in un cimitero di Frousia a Raqqa», spiega il prelato nell’audio diffuso, e un gruppo di specialisti avrebbe già verificato l’identità del cadavere dopo 12 anni dal rapimento avvenuto nel Nord della Siria. La sorella Francesca Dall’Oglio non ritiene al momento che sia una notizia vera e attende sviluppi dalle ricerche.
Dopo l’annuncio del vescovo su Padre Dall’Oglio, missionario gesuita “ri-fondatore” negli anni Ottanta del monastero cattolico di san Mosè l’Abissino nei deserti a nord di Damasco, la conferma della tristissima notizia arriva anche dal nunzio apostolico in Siria, il cardinale Mario Zenari: contattato da “Oggi” il porporato ha detto di essere stato informato nella serata del 2 giugno 2025 ma sarebbero ancora in corso le verifiche sul corpo. Zenari sottolinea di aver contattato la comunità di gesuiti ancora presente in quell’area della Siria dopo la caduta del regime di Assad e la salita al potere dei ribelli jihadisti di Al Sharaa.
LA MISSIONE, IL RAPIMENTO NEL 2013 E IL LUNGO “OBLIO” DI TESTIMONE DI FEDE
La piena certezza sulla morte di Padre Paolo Dall’Oglio dunque ancora non viene data dal Vaticano anche se quanto sottolineato dal vescovo di Qamishlie fa intuire che non vi siano molte speranze di un errore o scambio di persona: il gesuita originario di Roma era stato rapito il 29 luglio 2013 nell’area nord della Siria all’epoca occupata dall’ISIS. Padre Dall’Oglio, già mal visto dal regime sciita di Assad, era andato a trattare la liberazione di alcuni ostaggi e purtroppo non vi aveva più fatto ritorno.
Il suo corpo sarebbe stato ritrovato senza vita con abiti religiosi ancora addosso e dalle prime verifiche sarebbe emerso che con ogni probabilità si tratta proprio di Padre Dall’Oglio: sebbene dal punto di vista mediatico internazionale l’oblio sulla vicenda umana religiosa del sacerdote missionario sia calato in questi 12 anni, le ricerche della Farnesina e delle varie autorità in Medio Oriente non si sono mai ufficialmente fermate. Il prete gesuita era stato espulso dal regime nel 2012 per aver incontrato alcuni rappresentanti dei ribelli anti-Assad, ma vi era tornato nel 2013 per provare a liberare alcuni rapiti dal gruppo che di lì a poco sarebbe stato noto al mondo come Isis-Daesh.
Alcune prove della sua sopravvivenza si sono succedute nel corso degli anni, effettive o anche fallaci: alcuni lo davano per morto per mano dei ribelli jihadisti, altri come tenuto in cattività dal regime di Assad, altri ancora come usato per vari scambi di armi e prigionieri. La fine dello Stato Islamico nel 2019 non aveva portato novità concrete sulla vita di Padre Paolo Dall’Oglio, così come la fine del Governo Assad non aveva fatto scoprire alcunché sulla possibile incarcerazione del sacerdote considerato nemico del regime. Uomo di dialogo interreligioso tra cristianesimo e Islam, la sua testimonianza di fede era vista come un “oltraggio” alla propaganda fondamentalista in Siria.
LA SORELLA DI PADRE DALL’OGLIO RITIENE PERÒ SIA UN’ALTRA FAKE NEWS
Raggiunta da RaiNews24 Francesca Dall’Oglio, la sorella del sacerdote rapito, sottolinea che una piena conferma della morte ancora non è possibile darla: «non vi sarebbe ancora alcuna spedizione per cercare mio fratello a Raqqa, non credo sia lui», ha detto la donna che per anni ha battagliato per conoscere la verità di quell’orrenda pagina di cronaca dai luoghi illiberali della dittatura siriana.
Un contatto è riuscito a parlare con la fonte della notizia: «ha parlato con uno sceicco, fratello di un altro ex Isis trattenuto nelle carceri di Assad, che ha detto che il corpo di Paolo è stato trovato in un maneggio e non in una fossa comune».
La sorella teme si tratti di un’altra fake news, specie perché Paolo Dall’Oglio non era solito vestire con abiti religiosi: «intorno alla sua sorte ci sono giochi internazionali emersi più volti in questi anni». L’ipotesi è che le fonti che hanno avvisato il vescovo e il nunzio possano non essere veritiere, o che vi sia stato uno scambio di persona: anche per questo motivo il cardinale Zenari ha predicato prudenza e invocato la verifica delle autorità e dei gesuiti.
