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Home » Economia e Finanza » Economia UE » Bce & Euro » Bce stronca Commissione UE “servono più requisiti Green alle imprese”/ Francoforte complica vita alle aziende

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Bce stronca Commissione UE “servono più requisiti Green alle imprese”/ Francoforte complica vita alle aziende

Niccolò Magnani
Pubblicato 3 Giugno 2025
Lagarde e Von der Leyen

Christine Lagarde, Presidente BCE, con la Presidente UE Ursula Von der Leyen e il commissario all'Energia Dan Jorgensen

La Bce contesta la Commissione UE dopo il pacchetto Omnibus che riduce i requisiti Green alle aziende: cosa succede e quali possibili ostacoli

LA STRONCATURA DELL’EUROTOWER SULLE DIRETTIVE CSRD E CSDDD DELLA COMMISSIONE UE

Dopo la precedente legislatura orientata a regolamenti e requisiti “ultra-Green”, la Commissione UE sta provando in questo primo anno di Von der Leyen-bis un parziale dietrofront per provare a non ostracizzare la crescita delle imprese senza al contempo dimenticare gli impegni di sostenibilità contro i cambiamenti del clima a livello mondiale. Ecco però che – a sorpresa – è la Banca Centrale Europea a fare la parte “della politica” stroncando le direttive modificate di Bruxelles in quanto sarebbero «troppo poco sostenibili».


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A raccontare quanto avvenuto negli scorsi giorni sono i colleghi di MilanoFinanza che raccolgono le ultime stime della BCE sulle azioni della Commissione UE nel ridurre «in modo eccessivo i requisiti di reporting sul clima» per le società europee. L’ultimo pacchetto Omnibus approvato da Consiglio UE, su proposta della Commissione Europea, è divenuto oggetto di critiche da Francoforte proprio perché avrebbe modificato in maniera eccessiva (al ribasso) la presenza di requisiti “green” nelle direttive CSRD e CSDDD, rispettivamente la regola sul bilancio di sostenibilità obbligatorio e quella che impone la Due Diligence sui temi ambientali.


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La proposta del pacchetto Omnibus arriva a posticipare di due anni gli obblighi di rendicontazione per le grandi imprese non quotate in Borsa, e per le PMI quotate: non solo, punta ad assicurare una certezza su regolamenti e diritto comunitario con più rapidità per le imprese in maniera da non “ostacolare” le già complesse operazioni di sviluppo e crescita nel difficile mondo della globalizzazione. In merito alle due direttive CSRD e CSDDD sarebbero stati ridotti i requisiti di “reportistica” dell’80%, proprio per dare risultati più rapidi ed efficienti: ecco, è qui che la BCE non ci sta con la Presidente Christine Lagarde che invita i legislatori dell’Unione Europea a ristabilire «una reportistica di sostenibilità adeguatamente calibrata».


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SE NON È L’UE È LA BCE A “FRENARE” LA CRESCITA DELLE IMPRESE: IL CAOS SUI REQUISITI GREEN

Altro elemento che non va giù alla BCE, secondo quanto riporta MF, è che nel pacchetto Omnibus la Commissione UE impone le regole sui report della sostenibilità “solo” per le società con più di 1000 dipendenti: «in questo modo si limita l’accesso degli stakeholder a informazioni importanti», con potenziali «risultati indesiderati». Il monito di Lagarde arriva così a mettere un potenziale nuovo “ostacolo” alla crescita europea, imponendo regolamenti più rigidi con obiettivi “green” che però mal si sposano con la possibilità di crescere rapidamente e rendersi competitivi a livello globale.

Obblighi di rendicontazioni, regolamenti, sostenibilità a livello base in ogni produzione e quant’altro: il formulario della BCE sembra guardare ad una realtà “teorica” in cui si tenta (anche positivamente) di costruire un’economia europea ad impatto zero, davanti però ad un mondo che parla e guarda con tutt’altri strumenti e metodi.

La Banca Centrale Europea chiede che anche le banche possano essere soggetto a requisiti di reportistica, ampliando al concetto delle “semplici” aziende, motivando così: «serve trovare equiliibrio giusto tra garantire vantaggi di sostenibilità» e quadro normativo proporzionato. Il problema è che si rischia di perdere fin da subito tale “equilibrio” e da tempo le aziende – così come ha evidenziato di recente Confindustria – chiedono tutt’altro cambio di passo dall’Europa. Se poi per una volta non è l’UE a imporre regolamenti (ma anzi tenta di “sfoltirli”) ma è addirittura la Banca che dovrebbe garantire la crescita delle aziende…

Tags: Ursula Von Der Leyen

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