A Quarta Repubblica le parole di Antonio De Rensis, legale di Alberto Stasi: quello che ha detto ieri sera in diretta televisiva
Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi, è stato ospite ieri sera del programma di Rete Quattro, Quarta Repubblica, condotto da Nicola Porro, esternando il proprio pensiero in merito alla nuova indagine sul giallo di Garlasco. “Io penso che Alberto Stasi sia totalmente estraneo da questa vicenda pur essendo colpevole. Alberto per l’avvocato Bocellari (Giada ndr, l’altro legale del condannato) e il sottoscritto non c’entra con questo omicidioo, pur rispettando la condanna e scontando gli effetti della stessa”. Quindi ha domandato provocatoriamente: “Vi ricordate l’arresto in mondovisione di Stasi con tutta la gente fuori che gli gridava delle offese? Tutti gli esseri umani, io per primo, sono anche fragili, ci voleva una forza mostruosa per fare un testacoda in quel momento. Sicuramente Muschitta era inattendibile ma qualche approfondimento sulle cose che ha detto nell’immediatezza la facevi”. Il riferimento è al famoso testimone che restò cinque ore in caserma, fornendo dettagli che in qualche modo sarebbero poi effettivamente emersi, per poi fare una pausa di circa un’ora, e ritrattare tutto.
Un amico dello stesso operaio, disse qualche giorno dopo che Muschitta aveva ritrattato forse per paura, ma anche che la moglie lo aveva minacciato di lasciarlo se avesse raccontato ciò che disse all’epoca agli inquirenti. C’è poi la famosa intercettazione fra Muschitta e il padre, in cui chiaramente il testimone dice: “Io ho detto la verità”. De Rensis ha riguardo ha aggiunto: “Muschitta è inattendibile e il padre è il padre di un inattendibile, ma è chiaro che la conversazione fra padre e figlio sia inquietante. Al di là dei pensieri di ognuno di noi, pensare che quella conversazione fra padre e figlio sia una rappresentazione teatrale è un’offesa a tutti noi. Detto ciò qual è l’anomalia di questa testimonianza, e qui mi sono confrontato con i pubblici ministeri, non con i nemici: se tu hai uno che per cinque ore ti tiene a sedere e ti racconta una storia con dei dettagli pazzeschi, descrivendo anche le scarpe, poi dice “non ho altro da aggiungere”, lo tieni altre cinque ore, invece lì è stato “arrivederci e grazie”, la grande anomalia è quella”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “IL TERZO ATTO DI QUESTA TRAGEDIA…”
De Rensis ha continuato: “Il collega Lovati (legale di Andrea Sempio ndr) che stimo, con cui ho un rapporto di grande simpatia, a volte ci racconta i suoi sogni. Io vi dico il mio sogno: dimostrare attraverso il lavoro della procura e dell’arma dei carabinieri, che gli uomini, qualunque categoria e ruolo svolgano, possano commettere degli errori, e questa tragedia in tre atti, di cui i primi due, la morte di una ragazza meravigliosa e la carcerazione di Alberto, vengano seguiti da un terzo atto che per me potrebbe essere ristabilire la verità”.
Sul fatto che sulla scena del crimine possano esserci state più persone, De Rensis spiega: “Io non credo che fossero 10, potevano essere due o tre, ma il ruoli possono essere diversi, quindi credo che Stefania Cappa (cugina di Chiara Poggi ndr) per quanto mi riguardo non c’entra assolutamente nulla, ma credo che il concorso sia il punto di forza. Il sopralluogo che c’è stato l’altro giorno dei ris per rifare le macchie di sangue, io immagino che prima di andarlo a fare, abbiano fatto degli studi sulle carte, si siano fatti un’idea e poi abbiano cercato di capire se vi siano delle risultanze e probabilmente l’idea vede più di una persona”.

DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS E L’INTERCETTAZIONE STEFANIA CAPPA-PADRE
Quarta Repubblica ha mandato in onda una intercettazione proprio fra Stefania Cappa e il padre, Ermanno, in cui quest’ultima avvisa la figlia che abbiano scarcerato Alberto Stasi dopo il primo arresto. “Ci sono tutti i giornalisti a Garlasco – spiegava – hanno scarcerato Stasi, allora ci sono tutti i i giornalisti che rompono dalla zia Rita, quindi state lontano dai giornalisti, con educazione, ma lontano”. Stefania replicava: “Ma proprio scarcerato? Ma vaffa…”, e il padre: “Perchè ma vaffa, cosa c’entra… in questo momento non ci deve interessare, povera famiglia e povero ragazzo… non è questo il problema, il problema sono i giornalisti che adesso si riscatenano nel paese, che è pieno”.
De Rensis ha commentato: “Si evince un correttissimo atteggiamento garantista dell’avvocato e un ipotizzabile convincimento della figlia dell’avvocato, che probabilmente all’epoca la pensava diversamente (convinta che Alberto fosse colpevole appunto ndr), quindi un papà garantista”. La figura di Stefania Cappa, così come della sorella gemella Paola, è stata purtroppo tirata in ballo più volte in questi 18 anni nella vicenda, senza però aver mai avuto alcun ruolo anche marginale e senza mai essere stata (anche la sorella), assolutamente indagata. L’unico sbaglio, se così vogliamo descriverlo, fu la famosa foto fatta con Photoshop, che fu comunque un errore commesso da due ragazze appena maggiorenni.
