Il film "I ribelli del weekend" racconta la storia di due genitori alle prese con una scoperta su loro figlio
I ribelli del weekend è un film di Marc Rothemund che racconta una storia vera, quella della famiglia von Juterczenka, che ha un ragazzo che soffre della sindrome di Asperger: per questa ragione il film ci porta nel mondo dell’autismo e ce ne fa vedere le diverse facce, in quanto è stata una grande abilità del regista quella di far emergere i tratti umani e le domande esistenziali che questa sindrome pone.
Innanzitutto emerge l’esperienza dei due genitori, di Mirko (Florian David Fitz) e di Fatime (Aylin Tezel) che quando scoprono l’autismo del figlio Jason (Cecilio Andresen) si trovano la vita cambiata: il regista si sofferma sulle reazioni dei due genitori, di come la madre prima regge il rapporto con il figlio fino a quando non riesce più e domanda a Mirko, il quale si trincerava dietro il lavoro, di condividere le sue fatiche.
Cosa che Mirko fa trovando un inaspettato e commovente aiuto da parte della Signora Brinkhaus (Leslie Malton), la sua responsabile in ambito lavorativo che capisce molto bene il bisogno di questo padre, tanto che fa di tutto per aiutarlo, conservandogli il lavoro e creandogli gli spazi per poter stare con il figlio.
Jason è al centro della trama e il regista descrive molto bene cosa significa vivere la sua condizione e quale tipo di percezione ha della realtà: così si vede nel film il bullismo di cui è oggetto e che avrà negli insegnanti e nella preside della scuola una sola soluzione, quella di mandarlo in una scuola speciale, se non fosse per Fatime e Mirko che combattono la loro battaglia perché Jason possa fare il suo cammino dentro la scuola e nel rapporto con i suoi compagni che alla fine sarà lo stesso Jason a sfidare raccontando loro quello che vive.
Il centro del film diventa poi il difficile rapporto di Jason con suo padre Mirko. Jason non si sente voluto bene, né a nulla valgono le affermazioni del padre sul fatto che a lavorare ci va per lui!
Sarà il calcio a rappresentare il punto di svolta della vicenda, la domanda quale sia la squadra del cuore che trova in Jason una risposta del tutto strana, diversa da quella che darebbe ogni ragazzo: per trovare la squadra del cuore Jason chiede al padre di poter vedere tutte le 56 squadre delle tre leghe professionistiche del calcio tedesco. Qui sta la grande sensibilità umana e il genio educativo di Mirko che ci sta e inizierà ogni weekend a girare la Germania a vedere le diverse partite di calcio.
Ciò che Mirko testimonia e insegna è che per trovare il rapporto con il proprio figlio, in questo caso autistico, ma la cosa vale per tutti, occorre partire dall’interesse che lui ha e stare al modo con cui si manifesta.
Jason in questo modo troverà la squadra del cuore e in modo del tutto inaspettato, ma troverà molto di più, uno sguardo che si prende cura di lui e che lo aiuta a prendere coscienza di chi è, della condizione che vive e soffre, fino a parlare con tutta libertà ai suoi compagni che lo bullizzavano della sua malattia.
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