Israele ha ucciso gli scienziati nucleari iraniani. Un’opera di Shakanov su Gengis Khan aveva già previsto questa opzione perdente
Per ostacolare il programma di costruzione degli ordigni nucleari da parte dell’Iran non bastava cercare di distruggere gli impianti. Bisognava anche uccidere gli scienziati che vi stavano lavorando. Pare che Israele ne abbia eliminati una quindicina.
Se restano in vita, gli scienziati a poco a poco possono ricostruire da capo il progetto. Ma quanti scienziati e loro assistenti o allievi dovrebbero essere uccisi, svolendo aumentare la “sicurezza”? Forse sarebbe meglio eliminare ogni scienziato che si occupi di energia nucleare, anche se non impegnato nel programma militare. Ma non è tutto, perché – sempre per aumentare la sicurezza – bisognerebbe togliere di mezzo anche i professori di fisica nucleare che insegnano all’università, e che evidentemente sono stati i maestri dei primi; e così via.
Insomma, quanti uomini di scienza bisogna ancora eliminare per ostacolare il programma di costruzione di ordigni nucleari? Ostacolare, non impedire, certo, perché bisogna anche tenere conto che se ci fosse una carenza di propri scienziati, l’Iran potrebbe assoldarne altri dall’estero, come hanno fatto sia gli americani che i sovietici dopo la Seconda guerra mondiale con molti scienziati tedeschi che avevano servito i nazisti.
Questa situazione, i cui termini ultimi, ovviamente, non sono in grado di definire, mi fa venire in mente un’opera teatrale di Mukhtar Shakanov che ho finito di tradurre in italiano. Mukhtar Shakanov è un grande drammaturgo kazako le cui opere sono già state tradotte in diverse lingue.
Di fronte alla tentazione presente in Kazakistan di presentare Gengis Khan come un eroe della patria, Shakanov ha scritto un dramma intitolato Il segreto di Gengis Khan, che anche secondo il parere di San Giovanni Paolo II varrebbe la pena di conoscere.
La trama presenta il momento in cui il grande condottiero mongolo sta morendo per una malattia che solo uno scienziato medico di Otrar avrebbe potuto guarire. Purtroppo Gengis Khan aveva appena fatto distruggere la grande biblioteca di Otrar, la più grande dopo quella di Alessandria d’Egitto in quel tempo, e fatto massacrare tutti gli scienziati che vi lavoravano. Ad un certo punto scopre che è viva Akh-erke, la moglie del capo dei medici. che forse potrebbe conoscere come preparare la medicina salvavita utile a Gengis Khan. Akh-erke non si lascia convincere in alcun modo né con le lusinghe, né con le minacce. Gengis Khan aveva fatto uccidere gli scienziati di Otrar perché comprendendo la superiorità delle loro conoscenze, aveva temuto che esse ne comprendessero alcune di carattere militare difficili da condividere con i mongoli.
Io non so quanto l’opera di Shakanov abbia a che fare con quanto detto all’inizio. Ma penso che se le risorse impegnate nella distruzione degli impianti nucleari iraniani e l’eliminazione dei loro scienziati fossero stati usati per sostenere l’opposizione che in Iran si pone come alternativa allo strapotere degli ayatollah, forse sia noi che gli iraniani saremmo più tranquilli.
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