A Chi l'ha visto vi era l'avvocato di Andrea Sempio, Massimo Lovati, per parlare di Garlasco e delle ultime novità: le sue parole
C’era l’avvocato Massimo Lovati, legale di Andrea Sempio, in collegamento ieri sera con Chi l’ha visto, per parlare ovviamente degli ultimi risvolti sul giallo di Garlasco. Le prime parole del penalista hanno riguardato l’incidente probatorio da cui non è emerso nulla contro il suo assistito: “Non hanno trovato il dna di Sempio da nessuna parte, neanche sulle paradesive e non solo. Abbiamo dimostrato che l’impronta 33 non è di Sempio, parlano di 15 minuzie e invece ne hanno solo 5, e un’altra consulenza tecnica della famiglia Poggi dice che ce ne era una sola non equiparabile, quindi mi chiedo come mai Sempio è ancora indagato per questa storia, non abbiamo niente”.
“L’impronta non è di Sempio – ha ribadito Lovati – il dna sui reperti delle unghie della povera vittima non è di Sempio, cosa c’entra Sempio in questa storia? Mi sono quasi stufato. Quell’impronta 33 è stato terrorismo, stiamo giocando, al 20 di maggio ci hanno fatto venire la pelle d’oca quando hanno pubblicato accanto l’una all’altra l’impronta palmare che si diceva essere di Sempio”.
DELITTO DI GARLASCO, LOVATI: “QUELLA FOTO DELL’IMPRONTA 33…”
E ancora: “Con quella foto di quella impronta tra l’altro non qualificabile perchè l’intonaco non c’è più, è stata fatta una operazione terroristica che abbiamo dovuto patire e non c’è niente di niente. Se non sono sicuri non mi fanno quell’operazione terroristica, se non sono sicuri al 1000 per 1000 non me la fanno uscire su tutti i giornali come se fosse una certezza assoluta che era una impronta di Sempio“.
Lo sfogo di Massimo Lovati è riferito al famoso scoop del Tg1, il telegiornale di Rai Uno, che appunto alla metà del mese di maggio comunicò a gran voce la notizia dell’impronta 33, quella trovata sul muro vicino a dove c’era il corpo della povera Chiara nella casa di Garlasco, su imbeccata della procura.

DELITTO DI GARLASCO, LOVATI RIBADISCE LA TESI SU STASI
Quell’immagine è stata decisamente di impatto visto che l’impronta sembrava sporca di sangue quando in realtà era solo un effetto delle ninidrina, un reagente per capire se vi siano tracce di dna. In conclusione di intervista l’avvocato Lovati ha ribadito la sua teoria su Alberto Stasi: “Più che convinto che Stasi non sia mai entrato in quella casa, Stasi non ha scoperto il cadavere di Chiara, Stasi ha raccontato delle bugie che gli sono state inculcate da altri sotto minaccia di morte”.
La teoria dell’avvocato difensore di Andrea Sempio, ricordiamo è che Chiara Poggi sia stata uccisa da un sicario assoldato da un gruppo criminale internazionale e che Alberto Stasi rappresenti solo una pedina, che abbia dovuto mentire altrimenti sarebbe stato ucciso come fatto appunto con la fidanzata. Ma perchè uccidere Chiara quindi? Perchè avrebbe visto qualcosa che non doveva, secondo Lovati legato al giro di pedofilia e prostituzione al santuario delle Bozzele di Vigevano, situato a poche centinaia di metri dall’abitazione di Garlasco.
