La Commissione UE sta lavorando ad accordi con Canada e Regno Unito: l'idea è di permettere loro l'accesso ai fondi per la Difesa UE
Secondo un’indiscrezione lanciata dal quotidiano economico Bloomberg in queste ore, l’Unione Europea sembra pronta a proporre una serie di accordi bilaterali per aprire il progetto di Difesa UE anche al Regno Unito e al Canada, permettendo loro di accedere al fondo da 150 miliardi di euro per la produzione di approvvigionamenti militari: una notizia certamente importante, ma che apre anche a diverse incertezze rispetto agli effettivi benefici che i 27 potrebbero trarne.
Prima di arrivare ai pro e ai contro della notizia, vale la pena ricordare che il fondo per la Difesa UE dal valore incredibile di 150 miliardi di euro è stato pensato per permettere agli stati membri di aumentare la loro produzione militare, con il doppio fine secondario di aumentare l’indipendenza dagli Stati Uniti di Donald Trump e di scoraggiare eventuali potenziali avversari dall’attaccare il territorio europeo sfruttando le sue debolezze militari.
Prima di oggi – ricorda sempre Bloomberg – la Commissione aveva già stipulato dei partenariati dal punto di vista della sicurezza con il Regno Unito e il Canada, mentre la novità è che i due paesi potranno anche accedere ai fondi per la Difesa UE: secondo alcune fonti anonime (e la Commissione non ha rilasciato commenti) l’accordo dovrebbe essere pronto entro la fine di luglio; mentre nei mesi autunnali dovrebbe arrivare un altro accordo simile con l’Islanda.
Pro e contro dell’apertura ai fondi per la Difesa UE a Regno Unito e Canada
Come anticipavamo già prima, le conseguenze dell’apertura a Canada e Regno Unito dei fondi per la Difesa UE solleva alcune perplessità, ma prima di arrivarci vale la pena precisare che non mancano neppure i potenziali vantaggi: il primo – e più evidente – ci parla di una maggiore cooperazione dal punto di vista difensivo con realtà distanti dagli USA e che da sempre investono ingenti fondi per lo sviluppo militare (il Regno Unito è una potenza nucleare e investe quasi il 5% del suo PIL in difesa).

Similmente, grazie ai partenariati e ai fondi per la Difesa UE, i due paesi potrebbero fornire ai 27 nuove tecnologie e know how produttivo utile per accelerare la capacità produttiva europea; mentre non si può neppure escludere che grazie al supporto di britannici e canadesi, potrebbero complessivamente abbassarsi i costi unitari per tutti i beneficiari del fondo difensivo.
D’altra parte, sembrano più accentuati i potenziali svantaggi per l’Unione partendo dall’ovvio fatto che – con l’accesso ai fondi per la Difesa UE da parte di Canada e Regno Unito – si ridurranno i benefici ottenibili dalle aziende europee in un vero e proprio regime competitivo; così come è incerto l’effettivo ritorno economico, occupazionale e tecnologico per l’UE che si troverà a spendere i soldi dei suoi contribuenti a beneficio si realtà che non partecipano finanziariamente all’Unione.
