Delitto di Garlasco, Bocellari: "Ignoto 3? Grave anche se fosse contaminazione"/ "Potrebbero essercene altre"
La linea dei difensori di Alberto Stasi è di non spingersi troppo avanti con le considerazioni sulla questione di Ignoto 3, in attesa di chiarimenti dalla genetista forense Denise Albani. D’altra parte, si riconosce la potenziale importanza di questo elemento nella nuova indagine sul delitto di Garlasco.
«Abbiamo dei dati ora che sono confermati, da quello che sostanzialmente ho capito, ma bisognerà fare degli approfondimenti», ha dichiarato l’avvocato Giada Bocellari ai microfoni di Lombardia Nera.
Il legale dell’unico condannato per l’omicidio di Chiara Poggi evidenzia come la priorità ora sia verificare che non ci sia stata alcuna contaminazione, ma si dice anche stupita della facilità con cui si parla di questa eventualità, «come se fosse normale che un reperto venga contaminato».

Anche perché, in tal caso, per Giada Bocellari bisognerebbe chiedersi se anche il DNA della vittima sui pedali non sia stato frutto di una contaminazione. «Bisogna usare lo stesso peso e le stesse misure».
DELITTO DI GARLASCO, L’AVVERTIMENTO DI BOCELLARI SU IGNOTO 3
Se emergesse che quell’Ignoto 3 è frutto di una contaminazione, allora sarebbe comunque grave, secondo Bocellari, «da non prendere con leggerezza», visto che in ballo c’è un omicidio per il quale una persona è stata condannata in via definitiva. «Bisogna porre molta attenzione». Da parte del pool difensivo di Stasi c’è tutta l’intenzione di fare chiarezza su questo aspetto.
«Vorremo con forza capire se per caso c’è stata una contaminazione anche con riferimento, per esempio, ai carabinieri intervenuti, alle pompe funebri, insomma a tutti quelli che sono venuti a contatto in qualche modo col corpo di Chiara, e solo dopo potremo poi fare un ragionamento per capire se invece magari è di qualcun altro, perché è ovvio che o è post mortem da contaminazione oppure coeva all’aggressione», è stata l’analisi di Bocellari a Lombardia Nera.
Infine, l’invito alla prudenza e, al tempo stesso, a «non parlare con questa leggerezza di contaminazione, perché sennò qualcuno deve andarlo a spiegare ad Alberto Stasi, questo».
