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Home » Esteri » Medio Oriente » RAID SULLA CHIESA DI GAZA/ “Dopo 200mila tra morti e feriti, Israele ancora impedisce che arrivino gli aiuti”

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RAID SULLA CHIESA DI GAZA/ “Dopo 200mila tra morti e feriti, Israele ancora impedisce che arrivino gli aiuti”

Int. Ibrahim Faltas
Pubblicato 18 Luglio 2025
Padre Romanelli, Gaza

Padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa della Sacra Famiglia a Gaza (ANSA, Facebook Gabrielli, 2025)

Morti e feriti nel raid sulla parrocchia di Gaza che ospita 500 persone. Lì Hamas non c’è, eppure l’IDF colpisce con un incredibile “errore di tiro”

Un raid contro la chiesa della Sacra Famiglia di Gaza. Un luogo dove si rifugiano non i miliziani di Hamas, ma solo gente che cerca riparo perché ha la casa distrutta. Eppure l’esercito israeliano lo ha colpito, provocando 3 morti e 10 feriti. È stato ferito lievemente anche padre Gabriel Romanelli, il parroco.

Non è la prima volta che azioni militari prendono di mira quest’area, feriscono le persone, le uccidono: nei mesi dopo il 7 Ottobre i soldati hanno già sparato dentro la chiesa. Ma ora fa ancora più effetto perché ormai Gaza è una landa desolata in cui tutto è stato devastato. Eppure si sente il bisogno di andare avanti a bombardare, a sparare, giustificando un’azione senza senso con un errore di tiro.


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“L’errore più grave – dice padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa – è continuare questa maledetta guerra”. Che ora i fedeli della parrocchia, quasi 500 persone, affrontano con pochi viveri e medicine. Israele impedisce ancora che arrivino gli aiuti.

Padre Ibrahim, cosa è successo di preciso alla parrocchia di Gaza?


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Hanno bombardato colpendo 13 persone: tra queste ci sono tre morti e tre feriti gravi. È stato ferito anche il parroco, pur in modo lieve. E la chiesa ha subito forti danni. Non è la prima volta che la chiesa viene presa di mira, anzi, già in un’altra occasione del genere ci sono stati dei morti.

La spiegazione degli israeliani, secondo i quali ci sarebbe stato un errore di tiro, non regge proprio.

L’errore più grave è continuare questa maledetta guerra. Che cosa vogliono di più? Dura da quasi due anni e ci sono stati 200mila tra morti e feriti.

Le persone che hanno trovato rifugio nella parrocchia resteranno lì? I danni arrecati alla struttura permettono loro di rimanere?


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Rimangono. D’altra parte, dove possono andare? Quando c’è stata la tregua, queste persone sono andate a vedere le loro case. Non le hanno trovate, si sono perse, non capivano neanche più dove si trovavano, non riuscivano più a orientarsi, a trovare la strada per tornare al convento o alla chiesa. È tutto distrutto. Ora nella parrocchia ci sono poco meno di 500 persone. Ed è così dal 7 Ottobre. Hanno sempre meno viveri e medicinali, stanno per finire tutto. Stanno malissimo. La loro situazione è drammatica: centinaia di persone, ospiti da due anni, che hanno bisogno di mangiare, di un posto per dormire, di ripararsi dal freddo e dal caldo, di andare ai servizi. Si può immaginare una cosa del genere? Ora stanno per finire tutti i beni che avevano. Tutto sta per finire e poi non fanno entrare niente nella Striscia.

Dopo tante distruzioni, attacchi indiscriminati, persone uccise mentre aspettavano di prendere in consegna del cibo, perché questo attacco ci colpisce così tanto?

Questo attacco mi addolora. Fino a questo momento, dopo ventuno mesi, i nostri fratelli si sentivano protetti in un’area di proprietà della Chiesa. Invece sono state uccise due persone indifese, in un’area che doveva essere protetta da attacchi. Abbiamo assistito ad altri bombardamenti a luoghi sacri e, oltre alle chiese, alle moschee e alle sinagoghe, io considero sacri anche ospedali e scuole. Parlano di un errore. L’errore principale è continuare ad uccidere senza rispetto per la vita, che è sacra. Ogni vita è sacra e la sacralità della vita non dipende dalla nazionalità di appartenenza o dalla fede professata, dal ceto sociale o dall’età. Un anziano, come un bambino, una donna o un uomo, chiunque ha diritto al rispetto della vita. Colpire innocenti indifesi è solo un macabro tiro al bersaglio che non rende onore a chi lo mette in pratica senza scrupoli.

Perché la guerra dura ancora se è tutto distrutto nella Striscia?

Ho detto e ho scritto tante volte che quello che succede in Terra Santa, e a Gaza in particolare, non può essere chiamata guerra. La guerra la fanno gli eserciti, gli uomini armati più o meno alla pari. A Gaza da quasi due anni esseri umani disarmati, innocenti e indifesi muoiono e soffrono in modo disumano. Si colpiscono luoghi che il diritto internazionale dice essere luoghi che non possono essere colpiti. La Chiesa latina, la parrocchia latina della Sacra Famiglia, è stata luogo accogliente e sacro, rifugio sicuro per tanti cristiani e non solo, e oggi è stata oltraggiata dalla violenza. Un ennesimo attacco al rispetto della vita.

Il Papa ha fatto sentire la sua voce, chiedendo ancora la pace. Lo ascolteranno finalmente?

Il Santo Padre ha fatto pervenire la sua vicinanza ai cristiani di Gaza e a chi abita la Terra Santa. Dal primo momento del suo pontificato ha chiesto la pace, l’ha implorata. I potenti della terra ascoltino la voce del Papa, cerchino una soluzione definitiva, lo devono alla storia e alla loro coscienza.

(Paolo Rossetti)

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