A Quarto Grado si parla di Andrea Sempio e del verbale dell'interrogatorio quando consegnò lo scontrino agli inquirenti
Quarto Grado è tornato a parlare con Andrea Sempio in merito all’indagine su Garlasco, intervistando telefonicamente l’indagato e facendo chiarezza su cosa accadde il giorno dell’interrogatorio dello stesso, quando portò il famoso scontrino del parcheggio di Vigevano risalente al 13 agosto 2007. Sempio spiega: “Lo scontrino non è stato portato durante la pausa del verbale. E’ andata così: io sono stato chiamato a Vigevano, sono andato accompagnato da mio papà, mi hanno fatto un po’ di domande, non mi hanno chiesto niente della giornata, dopo di che mi hanno rimandato a casa, ma quando eravamo quasi a arrivati a Garlasco ci hanno richiamato ancora dicendo che avevano ancora delle domande da farmi. Sono ritornato indietro e quello è stato il momento in cui era presente il Mattia Capra perchè stavano interrogando tutto il nostro giro e qualche giorno dopo Mattia mi aveva detto che erano stati tutti sentiti un’ora/un’ora e mezza mentre io sono quello che ci ha messo più tempo perchè sono andato su e giù da Vigevano un po’ di volte”.
Quindi prosegue: “Mi chiamano, mi fanno ritornare a Vigevano, torniamo indietro, e a quel punto mi fanno la domande sulla giornata e tocchiamo il tema dello scontrino. Io ho detto che avevo questo scontrino e dalla caserma abbiamo chiamato mia mamma chiedendo se avevamo ancora lo scontrino e mi ha detto che era nel cassetto. Abbiamo concluso tutto il verbale dicendo che sarei andato a prendere lo scontrino. Prendo, vado a casa, prendiamo lo scontrino, glielo riportiamo, questa volta non più nella sala degli interrogatori ma su un bancone, fanno la fotocopia dello scontrino e nel verbale aggiungono “che vi consegno” e per questo che sembra che io mi sia presentato già con lo scontrino in mano, poi hanno riaggiornato il verbale, quindi è per quello che io ho fatto 4 ore di interrogatorio perchè mi han mandato su e giù 4 volte praticamente”, conclude.
DELITTO DI GARLASCO, IL VERBALE DI SEMPIO E IL “GIALLO” DELL’AMBULANZA
Sempio si era anche sentito male durante l’interrogatorio ed era stata chiamata l’ambulanza: “Io mi ero presentato ma non stavo benissimo – spiega – allora hanno chiamato l’ambulanza, ma non è che sono crollato per terra in mezzo alla caserma anche perchè se lo sarebbero ricordati se fosse successo qualcosa di grave, po l’ambulanza ha visto che non ero incosciente, quindi mi hanno controllato e hanno visto che non era niente ed è finita lì”. Una ricostruzione che non convince Carmelo Abbate: “Sempio sta praticamente dicendo che il verbale dei carabinieri è falso io ricordo di preciso che il verbale si apre alle 10:30 e si chiude alle 14:40. In un verbale dovrebbe essere scritto che si interrompe e riprende. Sempio ce lo sta dicendo, queste cose in un verbale ci devono essere”.
Cassese, comandante all’epoca dei carabinieri di Vigevano, presente in studio a Quarto Grado, commenta: “Io non ricordo quello che ha raccontato Sempio, non ho ricordo dell’ambulanza né del fatto che lui sia andato avanti e indietro. Vorrei rivedere gli atti. Qualche volta abbiamo chiamato l’ambulanza per i teste, ma basta vedere sulle richieste del 112 all’epoca, io non la ricordo l’ambulanza, credo siano state conservate le richieste, c’è traccia”. Poi si rivolge ad Abbate: “Io voglio avere un confronto alla pari, se lei si mette sul cellulare a cercare.. io non li ricordo gli orari del verbale che ho fatto mentre lei se li ricorda, chiedo di vederlo il verbale”. Poi precisa: “Sicuramente nel verbale se non c’è traccia dell’interruzione ho fatto una cappellata”. Quindi aggiunge, sul fatto che quella mattina sembrerebbe quasi che Sempio, Biasibetti e Capra siano stati sentiti tutti in contemporanea: “Se quello di Sempio è stato interrotto per via dello scontrino o dell’ambulanza, abbiamo continuato a sentire gli altri, l’unico errore è che non abbiamo dato atto della sospensione. Per l’ambulanza che non ricordo, se è arrivata nella fascia oraria in cui sentivo Biasibetti o Capra è normale che non ne sono a conoscenza visto che ero in un altro ufficio. Se l’ambulanza è intervenuta mentre io sto sentendo altre persone in un altro ufficio è per quello che non me la ricordo, bisogna vedere a che ora è arrivata l’ambulanza”. Poi aggiunge: “Nel verbale manca l’interruzione, solitamente siamo in due a fare i verbali, non è ipotizzabile che io mi assentassi per andare in un’altra stanza lasciando il collega a sentire il teste”.
DELITTO DI GARLASCO, IL VERBALE DI SEMPIO E LE OBIEZIONI DI ABBATE
Carmelo Abbate però rimane del suo parere: “Non mi soddisfa anche perchè siamo nel 2008 e in presenza di queste anomalie di Sempio dovevano portarsi a casa i tabulati. C’è un’annotazione dei carabinieri del 2008 in cui si dice che bisognava risentire Sempio perchè non convinceva il suo racconto. I tabulati telefonici avrebbero potuto portare ai suoi spostamenti, quindi l’inchiesta è vacante. Quello che stanno cercando di fare disperatamente gli inquirenti di oggi – conclude – è tappare i buchi che hanno lasciato gli altri. Il dna di questa nuova indagine è che tutto ciò che porta a Stasi anche se è un granellino di sabbia è un grattacelo, dall’altra parte diventa il contrario”.
Un nuovo giallo nel giallo a Garlasco? Probabilmente qualche omissione c’è stata, come spiegato anche dall’ex carabiniere Cassese, ma alla fine ha inficiato sull’esito delle indagini e del processo o sono stati errori non rilevanti? Una domanda che bisogna farsi anche se è sembrerebbe palese che nel 2007 furono commessi tanti piccoli errori che messi assieme, per la difesa di Stasi, hanno cambiato la storia dell’omicidio della povera Chiara Poggi.
